Gran Bretagna, ora c'è lo spettro della Coalizione Frankestein

Gran Bretagna, ora c'è lo spettro della Coalizione Frankestein
di Luca Lippera
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Domenica 19 Aprile 2015, 20:19 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 09:44
Nazionalisti scozzesi, autonomisti gallesi, un paio di Verdi, e i laburisti praticamente “ricattati” dal terzetto. L'Inghilterra la sera del 7 Maggio - subito dopo la chiusura delle urne - potrebbe ritrovarsi nelle mani di una macedonia di partiti mai sperimentata prima. Tale e tanta è l'allergia del Paese all'ipotesi, ormai estremamente realistica, di un completo stallo post-elettorale, che i giornali hanno coniato il nomignolo di «Coalizione Frankestein» per descrivere agli elettori cosa potrebbe accadere e spingerli indirettamente a decidere in modo chiaro. O di qua o di là, o Conservatori o Laburisti, come fanno da oltre un secolo.






Ma a diciassette giorni dalle elezioni più incerte della storia della Gran Bretagna l'orizzonte è sempre più confuso. Gli ultimi sondaggi, esattamente come i primi, dicono che nessuno dei grandi partiti avrà da solo la maggioranza in Parlamento. La cosa, per un Paese che ha fatto del bipartitismo perfetto un distintivo da sfoggiare nel mondo, è già di per sé uno smacco. Questa volta però la situazione potrebbe avvitarsi in modo imprevedibile. Il Labour di Ed Milliband, stando alle ultime rilevazioni, dovrebbe avere un numero di deputati leggermente superiore a quello dei conservatori del primo ministro David Cameron. Il governo resterebbe tuttavia una chimera. Per formarlo servirebbe una alleanza dei labuiristi con i nazionalisti dello Scottish National Party - i quali imporrebbero condizioni pesantissime - e forse addirittura un accordo con gli autonomisti del Galles, con un paio di deputati Verdi e con i parlamentari eletti nell'Irlanda del Nord. «Coalizione Frankestein», hanno scritto alcuni giornali, intravedendo un organismo innaturale che potrebbe creare mostruosità.



Ovviamente c'è un modo radicalmente diverso di vedere le cose. I leader dello Scottish national party, del Plaid Cymru e dei Verdi sono tre donne. Quella che alcuni giornali hanno malignamente battezzato «coalizione Frankestein» sarebbe, a loro giudizio, una «coalizione progressista». Ma il capo del Labour, Ed Miliband, intuendo la trappola in cui finirebbe, ha rigettato la proposta. Almeno per ora. Non è detto che possa o voglia farlo anche il giorno succesivo alle elezioni, perché la danza sarà guidata dai numeri. Il partito scozzese, che vuole al più presto un altro referendum sull'indipendenza di Edinburgo, conquisterà probabilmente quasi tutti i seggi tra Glasgow e le Isole Ebridi nell'estremo nord. Si tratta di almeno cinquanta deputati senza i quali non sarà possibile formare alcun governo. I laburisti, per un complicatissimo regolamento parlamentare, potrebbero essere costretti a formare comunque un esecutivo di minoranza, che però sarebbe tenuto in scacco dagli indipendentisti, dai gallesi e perfino dai Verdi. Non potrebbe essere votata nemmeno la legge di bilancio e sarebbero in discussione le spese militari per i molti soldati britannici in missione all'estero. Alcune agenzie di scommesse ritengono che ci sia una sola via d'uscita: rivotare quanto prima. Uno schiaffo dopo l'altro.




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