Giallo a Kiev, assassinato in strada il politico nemico di Putin

Giallo a Kiev, assassinato in strada il politico nemico di Putin
di Giuseppe D'Amato
3 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Marzo 2017, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 21:07
MOSCA Sparatoria da Far West americano in pieno centro a Kiev. L'ex deputato comunista russo, Denis Vorenenkov, è stato ucciso con quattro colpi di pistola sparatigli quasi a bruciapelo. Il suo killer è caduto sotto i proiettili della guardia del corpo, rimasto ferito ma in maniera lieve. Venti sono i bossoli ritrovati alla fine del violentissimo conflitto a fuoco sul marciapiede, ha comunicato la Procura generale.

Immediata e durissima è stata la reazione ufficiale ucraina. Il presidente Petro Poroshenko ha parlato di «terrorismo di Stato». Vorenenkov, è stato spiegato, era uno «dei principali testimoni dell'aggressione russa contro l'Ucraina e, in particolare, sul ruolo di Janukovich (l'ex presidente ucraino, poi fuggito a Mosca, ndr.) riguardo al dislocamento delle truppe russe in Ucraina». Pronta è stata la replica del Cremlino. Il suo portavoce Dmitrij Peskov ha affermato che è «assurdo vedere un legame» tra l'omicidio dell'ex deputato e Mosca. La responsabile comunicazione del Ministero degli Esteri federale, Marija Zakharova, è stata altrettanto perentoria, sostenendo che «il regime assassino» a Kiev «farà del suo meglio per assicurarsi che nessuno saprà mai la verità su quanto è avvenuto».
Il procuratore generale ha dichiarato che l'omicidio è stato «su commissione» ed il killer, già identificato, era un «professionista». La polizia di Kiev sta ricercando attivamente i suoi fiancheggiatori ed un'automobile notata sulla scena del delitto. Sono al setaccio anche i video delle telecamere della zona ed è stato chiesto aiuto a chi fosse stato testimone dell'omicidio. La pista seguita, hanno rimarcato gli inquirenti, è «quella russa».

UN ARCINEMICO
Denis Vorenenkov era considerato un arcinemico dell'attuale corso del Cremlino. Aveva lasciato il suo Paese nel 2016 ed aveva trovato accoglienza nella repubblica vicina, che gli aveva garantito anche un passaporto ucraino. Il parlamentare fuggiasco, noto tra l'altro per essere il marito della famosa cantante Marija Maksakova, si stava recando ad un appuntamento con l'altro oppositore russo, Ilja Ponomoriov, che è stato subito preso sotto custodia da uomini della sicurezza. Quest'ultimo ha raccontato che l'ex deputato comunista stava organizzando un centro specializzato «nella ricerca di soldi sporchi riciclati dalle strutture di Stato russe».

Nelle scorse settimane Vorenenkov aveva rilasciato diverse intervista a vari mass media internazionali. In una di queste ha evidenziato che «è difficile immaginarsi che saremo perdonati». Il mese scorso aveva definito «l'annessione» della Crimea un «errore» e un atto «illegale».

LE REAZIONI RUSSE
La notizia dell'omicidio di Kiev ha provocato sconcerto nel mondo politico federale. Il segretario del Partito comunista, Gennadij Zjuganov, ha asserito che «questa diversione può essere stata pensata dall'Sbu (i servizi segreti ucraini, ndr.) sotto la direzione della Cia». L'ultranazionalista Vladimir Zhirinovskij è tagliente: «Un'uccisione di giorno serve per mostrare al mondo che lo Stato ucraino non esiste».

Le composite opposizioni russe danno un giudizio diverso. «Chi sarà il primo a gridare che lo hanno ammazzato i servizi occidentali?» ha scritto ironicamente il blogger Aleksej Navalnyj. «Un altro omicidio non negli interessi del Cremlino», rileva amaramente l'ex oligarca in esilio, Michail Khodorkovskij.
Uno dei primi risultati del delitto è che gli esuli russi in Ucraina sono tornati ad
aver paura. Clamoroso fu il 20 luglio scorso l'omicidio con una autobomba di un famoso giornalista televisivo.