Germanwings, Lubitz accelerò più volte per schiantarsi

Lubitz e la cabina di pilotaggio
di Francesca Pierantozzi
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Sabato 4 Aprile 2015, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 12:56
PARIGI Il racconto del volo Germanwings 9525 scritto nella seconda scatola nera non lascia più nessun dubbio: Andreas Lubitz ha volontariamente sbattuto l'Airbus 320 contro le montagne del sud della Francia. Ha «usato il pilota automatico per mettere l'aereo in discesa» e poi «a più riprese, ha modificato i parametri per aumentare la velocità», ha spiegato il Bea, l'Ufficio inchieste e analisi dell'aviazione, annunciando il verdetto della prima lettura del Flight Data Recorder. Il copilota ha accelerato prima dello schianto.



Aveva fissato la quota finale a 100 piedi, circa trenta metri dal suolo, ma si è fermato molto prima, a 2mila metri, appena sotto la vetta del massiccio dei Trois Evêchés, sulla parete della Galebière. Il Bea ha precisato che «i lavori continueranno per stabilire lo svolgimento preciso del volo», anche se «l'azione volontaria» del copilota e il fatto che fosse solo nel cockpit sono ormai fuori discussione. Pochi dubbi anche sui gravi disturbi di cui soffriva Lubitz.

Ieri la polizia tedesca ha perquisito cinque diversi studi medici che lo avevano seguito, almeno due sono specializzati in neuropsichiatria. Altri due medici si sono presentati spontaneamente per dichiarare agli agenti di averlo avuto in cura. Secondo il quotidiano tedesco Spiegel, il ragazzo «avrebbe cercato disperatamente di guarire» e avrebbe tentato diverse terapie per mettere fine agli attacchi di panico e alle sue pulsioni suicide.



SOLO LUFTHANSA SAPEVA

Secondo gli inquirenti, invece, è possibile che Lubitz fosse in cura da medici diversi per nascondere al datore di lavoro, ma anche alla famiglia, il quadro completo della sua situazione clinica. Pare ormai certo che Germanwings fosse all'oscuro dei problemi di salute del giovane copilota. Parte del suo dossier medico era infatti rimasto in mano alla Lufthansa, presso la cui scuola di volo si era formato. Questo spiegherebbe anche perché, dopo la notizia dello schianto, nella sede di Germanwings a Düsseldorf sia stato allestito un «memoriale» con i ritratti di tutte le sei vittime dell'equipaggio.



«Nessuno qui ha mai sospettato qualcosa» ha dichiarato un membro del personale. La foto di Andreas è rimasta per alcuni giorni accanto a quella dei colleghi. Ora la compagnia sta organizzando per il 17 aprile una cerimonia in omaggio ai colleghi morti, il capitano Patrick Sondheimer, le due hostess e i due stewart. Ci sarà anche la cancelliera Angela Merkel, ma non la foto di Lubitz, anche se fino a ieri un portavoce della Lufthansa ammetteva con imbarazzo che «restano delle cose da decidere».



Intanto sulle montagne continua il recupero degli oggetti personali. Soprattutto vestiti. È sotto una massa di tessuti, ricoperta di terra, che l'unica gendarme donna della squadra al lavoro sul posto ha ritrovato la seconda scatola nera. Se i test del Dna per l'identificazione delle vittime comincerà la settimana prossima, è invece già cominciata l'analisi dei telefonini cellulari (tutti gravemente danneggiati) ritrovati in mezzo alle lamiere. Il procuratore di Marsiglia Brice Robin ha espresso dubbi sull'autenticità del video sugli ultimi istanti del volo descritto dal francese Paris Match e dal tedesco Bild che invece assicurano: «È autentico. E terribile».