Seicento agenti di fronte a un corteo di estrema destra di 6000 persone, alcune centinaia delle quali potenzialmente violente, non ce l'hanno fatta a tenere la situazione in ordine ieri sera. E così a Chemnitz, nella tedesca Sassonia, i neonazi hanno raggiunto il loro obiettivo: avere i riflettori puntati su una manifestazione di stampo razzista. I tumulti e la violenza sono serviti a questo.
E il primo bilancio di sei feriti, diramato nella tarda serata, è stato oggi rivisto al rialzo: i feriti sono 20, nove fra i militanti di destra, nove fra i contromanifestanti di sinistra (che erano circa un migliaio) e due poliziotti. Ci sono anche dieci denunce di estremisti che hanno sfilato col saluto di Hitler. Anche le forze dell'ordine sono finite sotto accusa: hanno sottovalutato l'impatto della manifestazione, organizzata in rete dopo la morte di un 35enne tedesco in una rissa esplosa domenica durante un festival musicale all'aperto, per la quale sono stati arrestati due giovani immigrati, un siriano e un iracheno.
Germans in Chemnitz chanting: "Merkel has to go!" after a German was stabbed to death by two men from Syria and Iraq. The sooner she goes the better. pic.twitter.com/bQz53WP1fN
— Kurt von Schleicher❌🇺🇸 (@kurtwvs) 28 agosto 2018
La caccia allo straniero è iniziata già poche ore dopo il fatto, ma ieri i gruppi di neonazi - cui si sono uniti hooligan, sostenitori di Pegida (il cosiddetto movimento patriottico che lotta contro l'islamizzazione d'Europa) e Afd - sono riusciti a organizzare una cosa in grande, facendo lievitare una manifestazione che avrebbe dovuto vedere non oltre 1500 persone in strada. «L'esplosione delle adesioni non era prevedibile», si è giustificato oggi il ministro dell'Interno del Land, Roland Woeller, di cui alcuni chiedono le dimissioni.