Germania, intesa sulla grande coalizione: introduzione del salario minimo garantito

Angela Merkel
di Walter Raue
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Venerdì 18 Ottobre 2013, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 09:42
BERLINO Alla fine andato tutto molto in fretta. Al loro terzo incontro preliminare per sondare le possibilit di formare insieme una nuova maggioranza di governo, cristiano-democratici e cristiano-sociali dall'una e socialdemocratici dall'altra hanno avuto bisogno solo di poco più di due ore. Alla fine erano tutti d'accordo: la «Grosse Koalition» si farà e stando alle intenzioni della cancelliera Angela Merkel (Cdu) e del presidente socialdemocratico Sigmar Gabriel (Spd) terrà stabilmente per l'intera legislatura.

Per l'occasione - e come a voler sottolineare anche visivamente la sua buona volontà - la cancelliera indossava un completo color rosso e al termine dell'incontro seguita dai massimi vertici delle due rispettive formazioni politiche è apparsa raggiante sul terrazzo della società parlamentare di Berlino. Ai fotoreporter, giornalisti ed operatori televisivi presenti sul posto si è presentata una scena insolita. Dopo le aspre contrapposizioni dei mesi scorsi e una campagna elettorale senza esclusione di colpi i leader politici del centro destra e quelli del centro sinistra hanno ostentato grande allegria e colpi sulle spalle per »brindare» al loro nuovo sodalizio governativo.

Le fondamenta per la riedizione di quella che in Germania viene chiamata la «Grosse Koalition», la maggioranza di ampie intese (per dirla all'italiana) che dal 2005 al 2009 aveva segnato la prima legislatura guidata da Angela Merkel, sono state gettate.

IL PERCORSO



Già la prossima settimana, subito dopo la seduta costituente del nuovo Bundestag, la Camera bassa del parlamento federale tedesco, Cdu, Csu (partito fratello bavarese della Merkel) ed Spd inizieranno a mettere a punto il programma di governo. E di lavoro da sbrigare ce ne sarà ancora abbastanza, dal momento che dall'intesa di ieri non sono scaturite ancora decisioni ed obbiettivi concreti in grado di andare al di là di una diffusa e piuttosto vaga dichiarazione d'intenti. Certo è al momento solo il fatto che i socialdemocratici hanno ottenuto finalmente l'appoggio del centro destra al loro principale obbittivo, quello cioè di introdurre a livello federale un salario minimo garantito di 8 euro e cinquanta lordi per tutte le categorie di lavoratori. Richiesta questa ripetuta all'infinito dal leader Spd Sigmar Gabriel nel corso della campagna elettorale e considerata da molti e soprattutto dai sindacati come condizione sine qua non per una partecipazione all'esecutivo. È un dato di fatto che dietro al miracolo occupazionale tedesco degli ultimi quattro anni con una disoccupazione ai minimi storici si cela in realtà una contraddizione non trascurabile. Quella del crescente numero di salari da fame che già oggi non garantiscono la sussitenza minima a ben 1,7 milioni di lavoratori. In cambio di questa importante concessione i cristiano-democratici hanno ottenuto dall'Spd la disponibilità a rinunciare alla richiesta di aumentare le tasse per le fasce di reddito più alte e a non prendere nuovi crediti. La rotta dettata dalla cancelliera Merkel resta quella di raggiungere entro il 2014 un bilancio pubblico in pareggio. E questo anche per segnalare al resto dell'Europa che la locomotiva economica dell'Unione i suoi compiti li ha fatti.
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