A Gaza 9 bambini su 10 sono traumatizzati e depressi: i dati di Save The Children

A Gaza 9 bambini su 10 sono traumatizzati e depressi: i dati di Save The Children
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Martedì 5 Giugno 2018, 16:15 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 00:22
A Gaza nove bambini su 10 soffrono di depressione, iperattività, predilezione per la solitudine e aggressività. Un quadro devastante. Si tratta delle condizioni riportate dal 95% dei bambini di Gaza, secondo una nuova ricerca di Save the Children. La combinazione di questi sintomi porta i bambini ad una sofferenza psicologica, con oltre il 96% dei famigliari intervistati che riconosce tutti e quattro i gruppi di sintomatologie nei figli o nipoti. Le recenti proteste e la recrudescenza militare di Israele ha aggravato la situazione tra i bambini. La minaccia della guerra, la paura delle bombe, l’insicurezza costante causata dall’instabilità politica, sono la maggiore fonte di stress per i bambini ascoltati. Bambine e bambini, infatti, hanno affermato di essere «spaventati» o di sentirsi «insicuri» a causa della prospettiva di una guerra o dei bombardamenti che possono colpire loro e le loro famiglie. Tali timori hanno spinto alcuni di loro ad aver paura di dormire e a far fatica a prender sonno per “proteggersi dagli incubi”.

«È troppo presto per capire il pieno impatto che la recente violenza ha avuto sui bambini, alcuni dei quali hanno perso un parente o una persona amata” dice Marcia Brophy di Save The Children. “Ciò che sappiamo è che la distruzione dell’equilibrio in ambito familiare è uno dei fattori chiave in relazione alla salute mentale dei bambini in conflitto. Un’intera generazione di bambini a Gaza è in equilibrio sul filo del rasoio, uno shock in più potrebbe avere conseguenze permanenti devastanti».

La maggiore preoccupazione delle famiglie di Gaza è la deteriorata situazione economica. Negli ultimi 15 anni il tasso di povertà è salito dal 30% a oltre il 50%, la disoccupazione è passata dal 35 al 43% e ora è al 60% tra i giovani. Meno di 20 anni fa il 96% delle persone aveva acqua potabile, mentre ora il 93% non ne ha affatto. Scorte di medicinali e cibo scarseggiano e sono costosi e i permessi per lasciare Gaza per ricevere cure sono sempre più difficili da ottenere.
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