Francia, exploit Fillon alle primarie. Sarkozy flop: addio sogno Eliseo

Francia, exploit Fillon alle primarie. Sarkozy flop: addio sogno Eliseo
di Francesca Pierantozzi
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Lunedì 21 Novembre 2016, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 10:24

PARIGI Nel 2007, appena eletto presidente, Nicolas Sarkozy aveva messo subito in riga il suo primo ministro: «François Fillon? Un mio collaboratore». Meno di dieci anni e la vendetta è consumata. Ieri Fillon ha asfaltato il suo ex patron, ed è stato incoronato vincitore del primo turno delle primarie della destra, ha realizzato un exploit inimmaginabile fino a un mese fa, superando largamente il 40% delle preferenze.

Per Sarkozy, uno schiaffo. L'ex presidente sognava la riconquista dell'Eliseo, è stato relegato al terzo posto dai suoi, con un umiliante 21 per cento, dietro al suo ex primo ministro e al suo ex ministro degli Esteri Alain Juppé, secondo con il 28 per cento. Tra una settimana ci sarà il duello finale: la destra forte, liberale, conservatrice di Fillon, contro quella tranquilla, moderata e centrista di Alain Juppé. Dalla sfida di domenica uscirà il probabile futuro presidente della Repubblica francese, colui che, stando a tutte le previsioni, dovrà evitare l'arrivo all'Eliseo dell'estrema destra di Marine Le Pen.

IL DISCORSO DELLA RESA
In attesa del vincitore, ieri è stato il momento della sconfitta. Sarkozy è rimasto chiuso al primo piano del suo quartier generale con pochi fedelissimi e Carla. E poi il discorso, terminato a braccio, quasi non riuscisse a mettere la parola fine. Ha riconosciuto di non aver saputo convincere, ha dichiarato la sua «stima» per Alain Juppé e annunciato il suo voto domenica per Fillon, «il migliore» secondo lui, per guidare il paese. Lui, tante volte accusato di aver corteggiato troppo gli elettori del Fronte nazionale, ha chiesto ai francesi «di non fare la scelta delle estreme: la Francia ha aggiunto merita meglio della scelta del peggio».
E infine la voce spezzata, un sorriso sul volto tirato, quando ha ricordato la moglie Carla e i figli, cui ha imposto una vita «non sempre facile», lui che suscita spesso «forti passioni». Fillon è apparso generoso nel trionfo: «La vittoria non deve umiliare nessuno, perché avremo bisogno di tutti. penso in particolare a Nicolas Sarkozy». Ha promesso ai francesi di costruire «un'alternativa forte» alla «disastrosa» presidenza Hollande. Juppé, che i sondaggi avevano dato quasi fino all'ultimo come vincitore sicuro della competizione, ha annunciato che «continua la battaglia» (voci avevano parlato di un possibile ritiro e di una vittoria concessa a tavolino a Fillon): «Questo primo turno è stato una sorpresa, lo sarà anche il secondo».

Degli altri candidati in lizza, Le Maire (quarto) ha dichiarato che voterà Fillon, mentre Nathalie Kosciusko-Morizet (quinta) starà con Juppé. I sondaggi avevano visto la rimonta di Fillon, ma non avevano immaginato quanto lo portasse lontano. La giornata di ieri ha regalato alla Francia un'anteprima invernale (vento, freddo, pioggia) delle presidenziali di primavera. La partecipazione ha polverizzato le primarie socialiste del 2011: quasi 4 milioni alle urne (il 10% degli elettori) contro i due milioni e mezzo (all'epoca considerata cifra storica) che si mobilitarono per scegliere il candidato della gauche. A votare ci sono andati tutti: gli elettori della destra, naturalmente, per scegliere il loro prossimo presidente, simpatizzanti, iscritti, militanti dei Républicains. E poi i moderati, i centristi, che si sono divisi tra Juppé e Fillon. Ma anche tanti francesi di sinistra (sarebbero stati il 15% del totale), e tanti del Fronte nazionale, circa il 7%.

LA PRIMA VOLTA
Le prime elezioni primarie aperte nella storia della destra francese sono state apertissime, e probabilmente proprio gli infiltrati hanno pesato di più sul voto. Gli elettori di sinistra sono andati a votare Juppé: per sbarrare il passo a Sarkozy e anche a Marine le Pen. Davanti alla decomposizione della sinistra, ai dubbi sulla ricandidatura di Hollande, alle imprevedibili conseguenze della candidatura liberal dell'ex ministro dell'Economia Emmanuel Macron, ci si prepara a sostenere il meno peggio. Ieri sera i sostenitori di Fillon preparavano già la campagna di questa settimana, puntando il dito contro Juppé, candidato della sinistra. Il dibattito finale ci sarà giovedì.