Filippine, Duterte cambia la lotta al narcotraffico nel giorno in cui il figlio viene processato per traffico di droga

Paolo Duterte, figlio del capo di Stato delle Filippine, è accusato di traffico di droga
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Giovedì 7 Settembre 2017, 18:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 10:56
Le Filippine del presidente Rodrigo Duterte «intendono ripensare» la loro sanguinosa politica intrapresa contro il traffico di stupefacenti. La decisione è arrivata a seguito dell'uccisione di tre ragazzini, ennesimo episodio di violenza da parte della polizia o dei 'vigilantes' collegati alle forze dell'ordine in un Paese che dal 2016 ha contato migliaia di vittime. Il portavoce del presidente Ernesto Abela, gettando sulle sole forze dell'ordine la responsabilità per quanto accaduto, ha espresso il «profondo sconcerto» dell'esecutivo per la morte di Reynaldo De Guzman. Il corpo del quattordicenne scomparso da metà agosto è stato ritrovato martedì in un fiume di Gapan City, a una settantina di chilometri da Manila, martoriato da 30 pugnalate e con il cranio avvolto nel celofan. Anche l'amico con cui era uscito De Guzman il giorno della sua scomparsa, il 17 di agosto, Carl Arnaiz, 19 anni, è stato ucciso in una sparatoria con un agente. Secondo la versione ufficiale il poliziotto avrebbe cercato di arrestarlo per un furto a un tassista.

Il terzo caso risale al 16 agosto quando il 17enne Kian Loyd Delos Santos è stato ucciso da alcuni agenti della polizia. Gli ufficiali avrebbero aperto il fuoco in risposta al ragazzino avvicinato per accertare il suo presunto coinvolgimento nel traffico di stupefacenti. «Le modalità di queste operazioni devono davvero essere riesaminate, credo che (alla polizia, ndr) stiano ripensando tutto», ha affermato il portavoce, denunciando che l'uccisione di De Guzman «non è un evento isolato».

Duterte ha assicurato che non chiuderà un occhio se la polizia sarà trovata responsabile delle morti.
L'annuncio della svolta arriva in un momento delicato per lo stesso Duterte. Oggi il figlio del presidente, Paolo, è stato ascoltato dal Senato delle Filippine riguardo alle accuse che lo vorrebbero coinvolto in un caso di traffico di droga insieme Manes Carpio, genero del capo di Stato. Secondo l'accusa i due avrebbero contribuito a facilitare una spedizione di metamfetamina cristallina proveniente dalla Cina per un vaore di 125 milioni di dollari. La posizione del giovane Duterte è aggravata dal tatuaggio di un dragone che ha sulla schiena: si tratterebbe del segno distintivo di una gang di trafficanti. Paolo, vice-sindaco della città di Davao, si è rifiutato di «rispondere alle accuse basate sui pettegolezzi» e non ha voluto descrivere il suo tatuaggio.
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