Le preoccupazioni di Pence e del suo esecutivo sono concentrate soprattutto sulla contea di Scott, zona in cui nel 2014 gli affetti dalla sindrome dell’immunodeficienza acquisita sono stati 21 e, fino allo scorso novembre, i casi di sieropositività accertati erano cinque in media all’anno. Da metà dicembre, invece, questi ultimi sono cresciuti in maniera esponenziale, diventando la maggior parte dei 79 registrati recentemente nelle varie zone dello Stato, tutti comunque legati a un consumo di droga avvenuto proprio nel territorio di Scott.
Per cercare di contenere quanto più possibile il diffondersi del contagio, così, il governatore ha deciso di approntare un piano provvisorio della durata di trenta giorni che prevede la distribuzione di siringhe attraverso un presidio pubblico: i tossicodipendenti se ne serviranno per consegnare quelle usate e, in cambio, potranno riceverne delle nuove. In linea di massima contrario e poco propenso all’adozione di simili strategie, Pence ha ammesso di aver dato il suo ok stante il livello di criticità della situazione, da lui stesso definita “molto seria”.
Malgrado l’allarme, però, il governatore ha spiegato di essere ottimista: “La popolazione di Scott sta lavorando duramente per affrontare la crisi e, con l’aiuto dello Stato e dei nuovi strumenti forniti dalla dichiarazione d’emergenza, sono certo che fermeremo insieme questa epidemia”.