Nucleare iraniano, entusiasmo e caroselli di auto a Teheran dopo l'intesa: ora tutti sognano la rinascita economica

Nucleare iraniano, entusiasmo e caroselli di auto a Teheran dopo l'intesa: ora tutti sognano la rinascita economica
di Siavush Randjbar-Daemi
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Venerdì 3 Aprile 2015, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 09:13
Erano le 18,47 quando il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif twitta: «Abbiamo trovato soluzioni, siamo pronti a passare alla stesura dell'accordo definitivo». La rapida conferma delle parole di Zarif da parte di Rohani, anch'egli via Twitter, ha scatenato il tripudio degli iraniani, che hanno trascorso la giornata festiva di ieri a seguire passo passo i delicati negoziati di Losanna. La gioia è esplosa tra le famiglie raccolte con ansia attorno ai televisori o impegnate nelle rituali scampagnate accompagnati dai cellulari d'ultima generazione collegati a Twitter e Facebook – ambedue formalmente bloccati dai rigidi filtraggi Internet– tramite la nuova rete mobile nazionale 3G. E in serata caroselli di auto hanno invaso le vie della capitale.



I messaggi di gioia su Twitter e sulla pagina di Facebook di Zarif, dove decine di migliaia di cittadini si sono riversati per esprimere il proprio sollievo per la tanto agognata – e inattesa sino all'ultimo - fumata bianca. Un'allegra ironia, condita da immagini subito condivise mostranti gli avversari principali dell'accordo – da deputati e giornalisti conservatori interni alla Repubblica islamica ad Ahmadinejad e Netanyahu – in pose affrante, si è affiancata allo stupore quando la Tv di Stato iraniana, roccaforte delle ali conservatrici della dirigenza di Teheran, ha trasmesso per la prima volta in diretta integrale il discorso dalla Casa Bianca di Barack Obama.



L'anno nuovo persiano è quindi iniziato sotto i migliori auspici per la conclusione della logorante vertenza nucleare, durata oltre un decennio, che ha comportato l'isolamento internazionale del Paese e l'imposizione di sanzioni Ue, Usa e Onu, che hanno messo a dura prova l'economia. Quest'ultimo aspetto è stato evidenziato da Zarif durante il suo intervento congiunto con Federica Mogherini e durante la sua conferenza stampa a seguire, dove ha ripetutamente definito le sanzioni «ingiuste» e «illegali». Tali considerazioni hanno messo in secondo piano le severe limitazioni a cui verranno sottoposte, secondo l'accordo finale, le attuali installazioni atomiche di Teheran. La riduzione dell'arricchimento dell'uranio al 3,67%, che aveva toccato il 19,5% durante l'era Ahmadinejad, la limitazione delle centrifughe alle generazioni più vecchie e operanti nel solo centro di Natanz e la riconversione del controverso centri di Fordow ed Arak non hanno scalfito l'ormai reale e tangibile rimozione delle sanzioni che hanno colpito l'intera società iraniana impedendo normali transazioni finanziarie con i milioni di connazionali espatriati, bloccando l'importazione regolare di medicinali, od ostruendo le possibilità e le prospettive della folta e vivace industria tecnologica iraniana, fatta di decine di startup che ambiscono a un rapporto diretto, sinora solamente sognato, con giganti quali Apple, Google e Microsoft.



Tutto ciò è però subordinato alla stesura dell'accordo finale, entro il 30 giugno, e le verifiche a seguire da parte dell'Agenzia Atomica dell'Onu, che sarà chiamata a giocare il ruolo delicato di arbitro dell'accordo. La conclusione del round a Losanna scaturirà però una reazione immediata domani, prima giornata lavorativa dell'anno, quando sia la Borsa di Teheran che il borsino informale delle valute estere, dove la moneta nazionale ha perso oltre il 60% del proprio valore durante il periodo di negoziati falliti dell'era Ahmadinejad, saranno probabilmente sede di forti rialzi.



Il passo avanti fatto a Losanna è soprattutto un'affermazione personale per Hassan Rohani e Javad Zarif, che avevano promesso, all'avvio dell'attuale governo nell'agosto 2013, uno sforzo senza limiti per la risoluzione della crisi nucleare. Un acceso tam tam su Twitter sta esortando tutti a recarsi all'aeroporto di Teheran per dare un'accoglienza trionfale a Zarif e al resto della nutrita delegazione iraniana, ormai conosciuti e osannati alla stregua di rockstar, per manifestare così le speranze e la trepidazione di un popolo giovane che ambisce a ritornare, e rimanere, nel novero della comunità internazionale sia politicamente che economicamente.