La Grande Mela sceglie il suo sindaco, addio all'era Bloomberg

Il democratico Bill De Blasio
di Flavio Pompetti
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Domenica 3 Novembre 2013, 12:50
Il nome di Michael Bloomberg stato associato per cos tanto tempo alla citt di New York da far pensare che il binomio potesse essere eterno. In realtà Mike sta per andare in pensione: tra i due giorni i cittadini della Grande Mela andranno alle urne per sostituirlo.



Dodici anni di regno nella prima metropoli americana avrebbero corrotto il successo di qualsiasi politico, ma Bloomberg non è un politico, è un uomo d'affari in prestito alla politica, ed è riuscito a sopravvivere al suo mandato con un indice di gradimento del 50%. All'inizio della campagna elettorale sei mesi fa, si dava per scontato che il successore avrebbe promesso continuità, e lo stesso Bloomberg sembrava aver chiuso i giochi indicando in Christine Quinn, la speaker del suo gabinetto municipale, il suo ideale successore. Invece oggi, alla vigilia del voto, il candidato in pole position c'è un democratico che ha condotto l'intera campagna con la promessa di rovesciare gli equilibri che Bloomberg ha impresso alla città.



I CANDIDATI

Bill De Blasio è un candidato atipico per la città di New York, che nonostante la forte radice democratica ha sempre scelto in passato dei moderati per la poltrona di sindaco. Il 52enne italoamericano con origini beneventane, negli anni '70 militava nella sinistra, e protestava contro Nixon e Kissinger. Ha sposato una donna di colore dal passato omosessuale, e ha il primo dei due figli, Dante, che ostenta una enorme pettinatura afro. Bill è emerso nelle lotta serrata delle primarie democratiche, che per mesi hanno oscurato la presenza di una parallela competizione tra i repubblicani. Ha accusato il miliardario Bloomberg di aver trasformato la città in un gioiello per ricchi, con un’immobiliare sempre più costosa che taglia fuori diversità etnica e di censo. Lo ha condannato per aver trascurato i più poveri, ai quali promette riscatto e case popolari. Nei suoi confronti il finalista repubblicano Joe Lhota che lo sfiderà martedì, appare come un ultraconservatore. Pupillo dell'ex sindaco Rudy Giuliani che lo aveva portato al municipio in posizione di vice, Lhota è il classico “self made man” che ispira fiducia in un'elezione. Origini umili in una famiglia cattolica del Bronx con radici nella repubblica Ceca, ha fatto soldi nelle banche e nelle telecomunicazioni prima di darsi alla politica, ed è l'attuale presidente della gigantesca azienda municipale per i trasporti. La sua piattaforma elettorale fatta rigore fiscale, snellimento della struttura pubblica, riduzione delle tasse, è molto popolare nei sondaggi.



ENTRAMBI A BROOKLYN

Ma quando si chiede loro di indicare una scelta, Lhota il 22% dei pronostici, contro il 64% di Bill De Blasio. New York sembra innamorata del quadretto familiare di Bill, Chirlane, Dante e Chiara, il cui trasferimento a Gracie Mansion, la residenza del sindaco, sembra ormai inevitabile. Un dato interessante è che entrambi i candidati vivono nel quartiere di Brooklyn: Lhota nella ricca zona residenziale di Brooklyn Heights che circonda quella che una volta era il centro municipale, quando Brooklyn era una città a se stante fino a fine '800; l'altro nel South Slope, ieri regno della middle class e oggi promosso a immobiliare di lusso. Comunque vada, il voto sarà la consacrazione della riscossa del quartiere, che oggi è il centro culturale della nuova New York.
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