Egitto e Iraq, Jihadisti rivendicano attacchi che hanno causato 60 morti, ucciso anche generale curdo

Egitto e Iraq, Jihadisti rivendicano attacchi che hanno causato 60 morti, ucciso anche generale curdo
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Venerdì 30 Gennaio 2015, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 21:02
Ferito da cocenti sconfitte nel nord della Siria e nel nord Iraq, lo Stato islamico (Isis) e i suoi affiliati hanno risposto oggi con ferocia, seminando la morte a Baghdad, Kirkuk e nella penisola egiziana del Sinai, uccidendo almeno 60 persone tra civili, poliziotti, militari egiziani e iracheni e miliziani curdi.





Da giorni i peshmerga - i combattenti curdo-iracheni - sono riusciti a sottrarre ai jihadisti importanti fette di territorio a ovest di Mosul, nel nord del Paese. E le forze governative di Baghdad, sostenute da miliziani sciiti filo-iraniani e dai raid aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti, hanno proseguito l'avanzata contro l'Isis nella regione centro-settentrionale di Salah ad Din e in quella centrale di al Anbar. Secondo fonti della polizia e media iracheni, un duplice attentato dinamitardo ha ucciso stamani almeno 19 persone e ferito altre 30 nel centro di Baghdad. Altre fonti riferiscono di un bilancio assai più grave: 44 uccisi e 70 feriti.



La prima esplosione ha preso di mira un mercato all'aperto nei pressi di Bab Sharqi. La seconda esplosione è avvenuta nei pressi del luogo del primo attacco, dove si era intanto radunata una folla di soccorritori. Nelle stesse ore, nella penisola egiziana dove da più di un anno le forze governative e la polizia sono sotto il fuoco di jihadisti locali, oltre 20 tra agenti e militari e una decina di civili sono morti in un triplice e coordinato attacco compiuto da un kamikaze contro un posto di blocco dell'esercito, e completato da bombardamenti di artiglieria contro due caserme situate nel Sinai. Nel nord Iraq, l'Isis ha compiuto un attacco a sorpresa contro miliziani curdi nei pressi di Kirkuk. La cittadina è a maggioranza curda, ma è abitata anche da arabi e turcomanni. Ed è situata in una posizione chiave per la gestione delle risorse energetiche della zona.



Da quando, l'estate scorsa, l'Isis aveva conquistato ampie parti dell'Iraq centro-settentrionale, i peshmerga avevano annesso di fatto Kirkuk, per anni e fino ad allora contesa tra arabi e curdi. Nell'attacco odierno, i miliziani curdi hanno registrato l'uccisione di un loro generale e di otto combattenti. Questo mentre continuano ad avanzare a ovest di Mosul, lungo la strada che collega la seconda città dell'Iraq, in mano ai jihadisti dal giugno 2014, e Tell Afar, località verso il confine con la Siria.



Dal canto loro, fonti governative irachene avevano annunciato stamani i «successi militari contro lo Stato islamico» nella regione di Salah ad Din e al Anbar, due dei fronti più caldi della battaglia condotta da Baghdad e dai suoi alleati americano e iraniano, contro l'esercito del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi.



Intanto un generale delle milizie curde irachene e cinque dei suoi uomini sono stati uccisi in un attacco dell'Isis nella provincia petrolifera di Kirkuk, nel nord del Paese. Lo riferisce la televisione panaraba

Al Jazira. L'attacco, cominciato poco dopo la mezzanotte ad ovest e a nord di Kirkuk, è stato seguito da combattimenti che sono proseguiti fino alle prime luci del giorno. L'alto ufficiale morto è

il generale Shirko Rauf. Le milizie dei Peshmerga

curdi sono la forza maggiormente impegnata in prima linea contro i jihadisti dello Stato islamico nel Nord dell'Iraq, da quando, nel giugno dello scorso anno, l'esercito di Baghdad si è dato alla fuga davanti ad una fulminea avanzata dell'Isis.


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