Denunciando la «dittatura» di Rafael Correa, Lasso, 61 anni, ha citato il caso del Venezuela mettendo in guardia contro quanto accaduto negli ultimi giorni in quel Paese (la Corte Suprema di Caracas si era attribuita i poteri del Parlamento e poi su pressione delle proteste internazionali ha fatto marcia indietro). «Il 2 aprile abbiamo due opzioni - ha avvertito Lasso chiudendo giovedì la sua campagna elettorale - votare per la continuità o per il cambiamento», ribadendo la sua promessa di creare un milione di posti di lavoro e di tagliare le tasse.
Il risultato del secondo turno delle presidenziali avrà sicuramente ripercussioni per la sinistra regionale in America Latina, già indebolita in Argentina, Perù e Brasile.
Potrebbe avere ripercussioni anche sul futuro di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, rifugiatosi nell'ambasciata dell' Ecuador a Londra. Lasso ha fatto sapere di voler rivedere il caso.
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