Le buone notizie della giornata - da prendere ovviamente con le molle - arrivano da un siero sperimentale prodotto negli Usa e usato sui due missionari americani, un medico e un’infermiera, ammalatisi in Liberia. Sarebbero entrambi in via di miglioramento. Lo ha affermato ieri la Cnn, rivelando che tre fiale di un siero crioconservato, chiamato “ZMapp” dal nome della ditta produttrice, sono state inviate nel Paese africano nel tentativo in extremis di salvare i due operatori dell'organizzazione no profit Samaritan's Purse.
Il trattamento è sperimentale e sarebbe estremamente azzardato, allo stato dei fatti, affermare che c’è una cura per il virus Ebola. I due, tuttavia, stando alla ricostruzione dell’emittente, hanno accettato di testarlo su se stessi e loro condizioni di salute (come sarebbe accaduto in esperimenti sulle scimmie) sarebbero notevolmente migliorate nel giro di poche ore. Ma il farmaco non ha neppure l’approvazione della Food and Drug Administration e tutta la vicenda potrà essere valutata soltanto nei prossimi giorni.
La preoccupazione principale in queste ore è il diffondersi della malattia in Nigeria, dove un nuovo caso ha colpito proprio il medico che curò Patrick Sawyer, il funzionario americano dell'ambasciata in Liberia trovato morto poco dopo il suo arrivo a Lagos.
Le autorità locali stanno inoltre attendendo i risultati dei test su altre tre persone sospettate di aver contratto la febbre emorragica. In Guinea, Sierra Leone, Nigeria e Liberia la paura monta. In Sierra Leone sono state persino proibite le partite di calcio per timore di assembramenti di folla, e in Liberia i cadaveri delle vittime di Ebola vengono bruciati per evitare il diffondersi dell'infezione.
Negli Stati Uniti le misure di prevenzione sono state elevate: a Washington si è aperto il primo Summit Africano e - come annunciato dallo stesso presidente Obama nei giorni scorsi - sono in atto screening ad hoc sugli oltre 50 capi di stato e di governo e sui membri delle loro delegazioni. Gli agenti del Secret Service, quelli che vigilano sulla sicurezza del presidente e della casa Bianca, sono stati istruiti sul rischio Ebola, pronti ad affrontare qualunque emergenza sanitaria.
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