Usa-Russia, è cyberguerra, Obama: «Pronti a colpire»

Usa-Russia, è cyberguerra, Obama: «Pronti a colpire»
di Flavio Pompetti
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Domenica 16 Ottobre 2016, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 23:09


NEW YORK Pronti ad attaccare la Russia. Il vice presidente John Biden ha registrato un'intervista che la NBC manderà in onda oggi negli Usa, nella quale mette in guardia Vladimir Putin: «Siamo pronti a scatenare un attacco cibernetico contro la Russia. Sarà quanto più vasto e dannoso possibile, e lo lanceremo nel momento che riterremo più opportuno». Il vice di Obama si augura che la minaccia convinca il leader russo a desistere da ulteriori tentativi di interferire con le elezioni americane. La tentazione di rispondere agli attacchi elettronici aleggia da qualche anno a Washington, da quando la matrice nazionale è stata identificata per alcune delle intrusioni più insidiose e più dirette contro i siti istituzionali americani.

I PRECEDENTI
La guerra cibernetica internazionale non è una novità, e ha già una sua breve cronistoria negli Usa: due anni fa cinque militari cinesi furono incriminati dalla giustizia americana per aver coordinato l'attività di hacker che hanno cercato di carpire segreti alle industrie metallurgiche, nucleari e di energia fotovoltaica. Quest'anno l'incriminazione è toccata a sette iraniani impiegati dal governo di Teheran per violare la sicurezza di aziende finanziare statunitensi; e Obama ha deciso sanzioni contro la Corea del Nord in seguito all'attacco alla Sony Pictures della scorsa primavera.

Lo spionaggio russo era sotto osservazione da tempo, ma solo all'inizio di questo mese si è avuta una denuncia ufficiale da parte della Casa Bianca, la quale aveva raccolto prove del coinvolgimento di alte personalità governative di Mosca nella mailgate che stava esponendo la corrispondenza privata al vertice del partito democratico. In particolare due cyber-pirati, conosciuti con il nome in codice Guccifer 2.0 e DC Leaks, sono stati identificati per la loro nazionalità russa.

Biden non dice nell'intervista quali saranno gli obiettivi della risposta americana, né quando saranno colpiti. L'unica indicazione a riguardo è quella che la scorsa settimana ha dato il portavoce di Obama Josh Earnest: «le nostre contromosse avranno un largo raggio di azione, e saranno proporzionate all'offesa subita». I politici della capitale americana hanno iniziato a chiederlo la scorsa estate, consci dell'escalation bellica che comporterebbe. Il senatore repubblicano Cory Gardner, capo di una delle commissioni per le relazioni estere, ha chiesto a nome del suo partito che gli attacchi americani siano sferrati in piena luce del sole, e con la firma in calce ben chiara del dipartimento di Stato e della Cia.
Di fronte alla minaccia di un'azione concreta la risposta russa è passata dall'ironia di qualche giorno fa all'indignazione: «Se si vuole combattere contro la delinquenza cibernetica - ha detto il ministro degli Esteri Serghej Lavrov - bisogna farlo con professionalità, e non con la russofobia». Il consigliere presidenziale per le questioni internazionali Jurij Ushakov è irritato all'idea che gli americani facciano insinuazioni sul ruolo che Putin avrebbe nella pirateria elettronica. «E' evidente che risponderemo» dice Ushakov, e il portavoce presidenziale Dmitrij Peskov aggiunge che i russi assumeranno «misure per difendere i nostri interessi e limitare i rischi».

NESSUNA SUPREMAZIA
L'iniziativa americana dopo gli annunci sempre più incalzanti dell'ultima settimana dell'ufficio stampa della casa Bianca e dello stesso presidente Obama sembra ora scontata, e l'apertura di un fronte di guerra dal futuro impossibile da prevedere è altrettanto inevitabile, forse immediatamente successiva alla pubblicazione dell'intervista di Biden. La preoccupazione condivisa da molti esperti di settore come Bob Gourley, e ripetuta dal coordinatore della Casa Bianca per la cyber security Michael Daniel, è che in questo campo nessuna nazione possa contare una supremazia assoluta, e che ogni attacco possa corrispondere a una risposta in tono, se non più grave. Un bersaglio già ben visibile negli Usa sono le elezioni presidenziali dell'8 novembre, con i registri elettorali di 23 stati già violati da hacker, e che almeno in Florida sono identificati di sicura matrice russa. La contro intelligenza cibernetica americana ha già rinforzato la sicurezza del voto nei 49 stati che ne hanno fatto richiesta.