Il legale e la pornostar: in tribunale l'inchiesta che spaventa Donald Trump

Il legale e la pornostar: in tribunale l'inchiesta che spaventa Donald Trump
di Angelo Paura
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Martedì 17 Aprile 2018, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 18:49

Forse non saranno i russi ad affondare Donald Trump, ma il suo avvocato personale. Qualcuno infatti sostiene che a mettere in difficoltà il presidente americano e forse a rovinarlo non sarà certo il Russiagate, l'inchiesta guidata dal procuratore speciale Robert Mueller, ma le verità nascoste da Michael Cohen. In particolare il pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels per un accordo di non divulgazione della sua presunta relazione con Trump.

L'AUDIZIONE
Ieri pomeriggio finalmente, tirato per le orecchie dalla giudice federale Kimba Wood, Cohen si è presentato in tribunale a New York per un'audizione, dopo che la settimana scorsa aveva disertato l'aula. Era stato visto rilassato, all'esterno dell'esclusivo Loews Regency Hotel fumare un sigaro, quando invece avrebbe dovuto essere in aula. Per questo motivo, la giudice ha pensato bene di assicurarsi che Cohen sarebbe andato all'appuntamento. E lui lo ha fatto, in un giorno molto importante, soprattutto perché in tribunale si è presentata anche Daniels.
Nonostante negli Stati Uniti i documenti che un avvocato scambia con i propri clienti siano protetti, in questo caso il privilegio di confidenzialità appare non applicabile, visto che il procuratore sospetta che Cohen abbia commesso frodi. E qui sta il nodo. Se Cohen infatti avesse agito da solo pagando la donna per comprare il suo silenzio e proteggere la campagna elettorale di Trump, allora ci sarebbe un possibile reato: questo perché avrebbe dovuto elencare i pagamenti come contributi alla campagna. In tutto questo, Trump ha appena chiesto alla giudice Wood di rivedere i documenti sequestrati prima degli investigatori. Stessa cosa è stata fatta dai legali di Cohen, puntando sul fatto che il materiale è protetto dal segreto professionale. Tuttavia, non è ancora chiaro in che modo i giudici abbiano intenzione di procedere. La settimana scorsa, a sorpresa, la polizia federale ha perquisito gli uffici, la casa e la stanza di albergo di Cohen, sequestrando documenti, email, registrazioni e anche la cartella relativa ai pagamenti della pornostar.

Nei giorni scorsi il presidente ha parlato di una caccia alle streghe e il suo avvocato Johanna Hendon, sostiene che il dipartimento di Giustizia abbia agito «in modo aggressivo, intrusivo e non ortodosso» per cercare di «eliminare il diritto del presidente di esercitare ogni privilegio a sua disposizione».
Intanto ieri in tribunale sono usciti i nomi di due degli otto clienti di Cohen, oltre a Trump: sono Elliot Brody, l'ex vicepresidente per le finanze del partito repubblicano, che aveva fatto pagare a Cohen una donna con cui aveva avuto una relazione per farla abortire. Ma a fare scalpore è il secondo nome: Sean Hannity, commentatore conservatore di Fox News, che molti dicono essere consigliere fidato oltre che amico di Trump. All'uscita dall'udienza Daniels ha detto: «Per anni Cohen ha lavorato come se fosse al di sopra della legge». E il suo avvocato, Michael Avenatti, ha aggiunto: «Cohen è radioattivo, niente può più salvare il presidente, i nodi stanno venendo al pettine».

IL RUSSIAGATE
Con il grande rumore di ieri, non va dimenticato che continua anche il Russiagate. Qui, uno dei testimoni è l'ex direttore dell'Fbi, James Comey, licenziato da Trump nel maggio del 2017. Questa scelta potrebbe essere valutata da Mueller come un intralcio alla giustizia da parte di Trump. Intanto Comey, nell'intervista rilasciata domenica sera ad Abc, ha appesantito ancora di più il suo giudizio su Trump. Ha detto infatti che è un «bugiardo seriale, moralmente inadeguato» a fare il presidente.
 

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