Cop21, via libera all'accordo sul clima: c'è l'intesa dei big

Cop21, via libera all'accordo sul clima: c'è l'intesa dei big
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Sabato 12 Dicembre 2015, 12:46 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 19:08

Via libera all'accordo sul clima dai delegati dei 195 Paesi più la Ue che a Parigi hanno partecipato alla XXI conferenza internazionale dell'Onu sui cambiamenti climatici.

«Siamo oggi vicini alla fine del percorso, siamo arrivati ad un progetto di accordo ambizioso ed equilibrato, che riflette le posizioni delle parti». Queste le parole del presidente della Cop 21, Laurent Fabius, al termine della Conferenza Onu sul Clima. Un accordo arrivato dopo fitte trattative che ieri sera, alla scadenza prevista, avevano costretto Fabius a gettare la spugna e ad annunciare che il testo ci sarebbe slittato a stamattina.


Il «progetto di accordo finale» della Conferenza Onu sul Clima sarà presto distribuito alle parti, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, davanti alla plenaria, ringraziando tutti per il lavoro «non solo di questi giorni, ma di questi mesi e per alcuni di anni». Accanto a Fabius, visibilmente emozionato, siedono il presidente francese Francois Hollande e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Lungo applauso e sorrisi prima dell'inizio della seduta a dimostrare la soddisfazione del lavoro.

Critiche le associazioni ambientaliste. Con l'accordo sul clima di Parigi, se confermato, «la più grande sfida di questo secolo ora è come mantenere l'aumento di temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni non sono sufficienti, e l'accordo di Parigi non fa nulla per cambiare questa cosa», afferma il direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, rilevando che «se davvero vogliamo raggiungere l'obiettivo di emissioni nette zero entro la seconda metà del secolo, dobbiamo azzerare quelle delle fonti fossili entro il 2050».

L'accordo, aggiunge Naidoo, «trascura i popoli più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici e contiene un'intrinseca e radicata ingiustizia: le nazioni maggiormente responsabili del riscaldamento globale hanno promesso un aiuto misero a chi già oggi rischia di perdere la vita e i mezzi di sostentamento a causa dei mutamenti climatici. Questo accordo da solo non basta». Ad avviso di Naidoo, «l'azione di contrasto ai cambiamenti climatici procede lentamente, ma ha cominciato a fare progressi», «mette l'industria dei combustibili fossili dalla parte sbagliata della storia» osserva, l'accordo «è stato annacquato e inquinato da coloro che hanno depredato il Pianeta, ma il testo contiene un nuovo imperativo a limitare l'aumento della temperatura globale entro la soglia di sicurezza di 1,5 gradi centigradi».

Questo limite, «e il nuovo obiettivo di 'emissioni nette zerò entro la seconda metà del secolo, provocheranno costernazione nei quartier generali delle compagnie del carbone e nei palazzi del potere dei Paesi esportatori di petrolio», spiega. Il direttore esecutivo di Greenpeace International, spiega che «dovremo mobilitare un numero ancora maggiore di persone per liberarci dei combustibili fossili e costruire un futuro alimentato dalle energie rinnovabili. Quest'anno il movimento per il clima ha fermato le trivellazioni in Artico di Shell, ha bloccato l'oleodotto Keystone XL e avviato il carbone sulla strada del declino. Parigi è solo una tappa di un viaggio che prosegue. Il nostro destino sarà deciso nei prossimi anni dal coraggio collettivo della nostra specie. Sono sicuro che ce la faremo».

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