Charlie Hebdo, arrestato il cognato di uno dei killer: voleva unirsi all'Isis in Siria

Charlie Hebdo, arrestato il cognato di uno dei killer: voleva unirsi all'Isis in Siria
di Antonio Bonanata
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Martedì 9 Agosto 2016, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 11:05
Mourad Hamyd, il cognato di Cherif Kouachi, uno dei due attentatori di Charlie Hebdo, è stato arrestato in Turchia col sospetto di volersi unire alle truppe del Califfato in Siria. Lo rende noto il Journal du Dimanche, precisando che l’uomo è stato successivamente trasferito in un carcere bulgaro.

Nel gennaio 2015, all’epoca dell’attacco al settimanale satirico parigino – considerato l’inizio del terrore, della lunga scia di sangue che da un anno e mezzo infesta l’Europa – Hamyd, marito della sorella di Kouachi, venne fermato dalla polizia francese come terzo complice degli assalitori: si parlò di un suo probabile coinvolgimento come autista della Citroën nera che condusse i due killer sul luogo dell’attentato. In un secondo momento, anche grazie a un’intensa campagna di solidarietà avviata sui social, l’uomo venne rilasciato; nel gennaio 2015, infatti, Mourad aveva 18 anni ed era ancora uno studente superiore: i compagni di classe si mobilitarono in sua difesa, dimostrando che il ragazzo si trovava in aula mentre veniva sferrato l’attacco a Charlie Hebdo.

Mourad torna a far parlare di sé in questi giorni per quello che il procuratore nazionale anti-terrorismo di Parigi ha dichiarato all’AP: pare infatti che «qualcuno vicino ad Hamyd» abbia segnalato un suo imminente sconfinamento in Siria, cosa che giustificherebbe l'arresto in Turchia dello scorso 28 luglio, vicino ai confini col paese mediorientale martoriato dalla guerra. Al momento del fermo, Mourad non sarebbe stato trovato in possesso di armi ma solo con uno zaino contenente una divisa militare, un paio di guanti e degli scarponi.

Non risultano dichiarazioni rilasciate alla stampa da parte del giovane, che quando fu arrestato per la strage a Charlie Hebdo difese la sua innocenza, descrivendosi come un normale diciottenne che viveva con i suoi genitori. Disse di non avere «niente a che fare con quella cosa», nella speranza che l’episodio non compromettesse il suo futuro. «Ero scioccato, completamente sconvolto da quei fatti» disse ancora Hamyd, assistito da un avvocato e in presenza dei suoi familiari, aggiungendo: «La gente ha detto un sacco di cose orribili e false su di me in rete, nonostante io sia uno studente come tanti che vive tranquillo con i suoi genitori».

L’attentato al settimanale satirico, sferrato il 7 gennaio di un anno fa, provocò la morte di 12 persone, tra cui nove tra vignettisti e redattori, oltre a due ufficiali e un operaio. Gli assalitori, i fratelli Saïd e Chérif Kouachi, dopo una fuga di due giorni, furono uccisi il 9 gennaio in seguito all’irruzione delle forze speciali francesi in una tipografia dove si erano rinchiusi.
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