Catalogna, via libera alla corrida: la Consulta annulla il divieto

Catalogna, via libera alla corrida: la Consulta annulla il divieto
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Giovedì 20 Ottobre 2016, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 18:12
Trincee su quasi tutto ormai fra Catalogna indipendentista e potere centrale spagnolo, ora anche sulla corrida dopo che la Corte costituzionale di Madrid ha fatto esplodere oggi una nuova bomba politica decidendo di annullare il divieto della corrida adottato da Barcellona nel 2011 e provocando una immediata alzata di scudi in terra catalana.

La Consulta - 8 giudici a favore, 3 contrari - ha decretato che una regione non può abolire la "fiesta nacional", in quanto è stata dichiarata dallo Stato «bene culturale» nazionale ed è quindi di competenza del potere centrale. L'interdizione della corrida, respinta anche come tradizione "spagnola" era stata votata dal parlamento catalano nel 2010 dopo una iniziativa popolare animalista. La mossa era stata letta non solo come una misura di protezione degli animali ma anche e forse soprattutto come ulteriore sfida del catalanismo allo Stato centrale. La Catalogna è una delle tre regioni spagnole a vietare la fiesta nacional, con le Canarie e le Baleari.

La decisione della Consulta dovrebbe valere anche per loro. Se qualcuno farà ricorso. Contro la legge catalana aveva fatto ricorso il Pp del premier Mariano Rajoy, il partito spagnolo più favorevole alla corrida ma anche il più duramente contrario a qualsiasi spinta verso l'indipendenza della Catalogna. Ma il clima a Barcellona è sempre di più mirato alla "disobbedienza". Il governo del presidente secessionista Carles Puigdemont, che vuole l'indipendenza nel 2017, ha reagito avvertendo che «dica quello che vuole» la Corte costituzionale, la corrida «non tornerà in Catalogna». Identico il messaggio del sindaco di Barcellona Ada Colau, eletta con Podemos: «faremo rispettare le normative contro il maltrattamento degli animali», ha tuonato.

La Consulta ha negato alla Catalogna il diritto di abolire la corrida ma ha riconosciuto che può regolamentare le manifestazioni taurine e legiferare sulla protezione degli animali.
Ed è lungo queste due piste che si muoverà la guerriglia delle autorità catalane contro la sentenza. Sarà certamente scontro, politico e giudiziario. Toreri e aficionados chiedono che la corrida torni alla Monumental di Barcellona. E il leader popolare catalano Xavier Albiol ha avvertito che la sentenza sarà fatta rispetare. Una nuova mina vagante insomma nel campo già minato fra Barcellona e Madrid. Mentre si prepara il processo a Artur Mas, il predecessore di Puigemont incriminato per «disobbedienza» dalla giustizia spagnola per avere organizzato nel 2014 un referendum consultivo sull'indipendenza, sfidando il divieto di Madrid.
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