Catalogna, arrestati i due agenti dei Mossos che erano con Puigdemont in Germania

Catalogna, arrestati i due agenti dei Mossos che erano con Puigdemont in Germania
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Mercoledì 28 Marzo 2018, 21:22 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 13:18
In carcere in Germania e costretto al silenzio da domenica Carles Puigdemont, il guanto della sfida a Madrid viene rilanciato dal Parlament della Catalogna, che oggi si è riunito d'urgenza e ha chiesto l'immediata liberazione dell'ex presidente e degli altri «detenuti politici» in carcere in Spagna. 

Madrid intanto mantiene il pugno di ferro verso la dissidenza catalana: oggi sono finiti in manette per presunta collusione anche i due agenti catalani che domenica erano con Puigdemont in Germania mentre erano in
congedo. I due accompagnavano il presidente deposto quando è stato fermato dalla polizia tedesca su richiesta di Madrid. I due agenti catalani curavano la sicurezza dell'ex-presidente. Sono stati arrestati su mandato della procura spagnola accusati di presunta collusione al rientro a Barcellona, uno già all'aeroporto di El Prat.

Si allarga intanto in Europa il fronte dell'estradizione, che gli indipendentisti vogliono trasformare in un "processo al
processo" spagnolo e «all'involuzione democratica» di Madrid. La battaglia oggi si è estesa al Regno Unito. L'ex ministro Clara Ponsati, riparata in Scozia dove insegna nell'università di St Andrews, si è consegnata alla polizia a Edimburgo. Un giudice l'ha lasciata in libertà in attesa di una decisione sulla richiesta di estradizione di Madrid. Il suo legale ha avvertito che denuncerà la «persecuzione politica» nei suoi confronti e degli altri leader catalani da parte dello stato spagnolo.

Sono ora quattro quindi i paesi europei coinvolti nella battaglia giudiziaria sulle richieste di arresto e di estradizione di Madrid: Germania e Scozia per Puigdemont e Ponsati, Belgio per gli ex ministri Monserrat Serret e Toni Comin, e la Svizzera, dove è rifugiata Marta Rovira, leader di Erc, lo storico partito della sinistra catalana perseguitato dal dittatore Francisco Franco. Tutti sono incriminati in Spagna di ribellione e rischiano 30 anni di carcere. Solo Puigdemont è detenuto. Ponsati, Serret e Comin sono stati lasciati in libertà, e Berna ha già avvertito Madrid che non concede estradizioni per reati politici. I cinque esiliati intendono processare davanti ai tribunali europei la «persecuzione» della giustizia spagnola, che denunciano come non indipendente dal potere politico. Se vinceranno in Germania, Belgio, Svizzera o Scozia, la posizione di Madrid diventerà molto difficile dato che con le stesse accuse altri nove leader indipendentisti sono in carcere in Spagna, incriminati per aver portato avanti il progetto politico dell'indipendenza.

Il Parlament ha riaperto lo scontro con Madrid anche sulla possibile rielezione di Puigdemont alla presidenza della
Catalogna. Una risoluzione approvata per iniziativa degli indipendentisti - che hanno la maggioranza assoluta - sancisce il suo diritto di essere rieletto, sfidando il veto della Corte costituzionale spagnola. Sulla base anche di un documento della Commissione dei diritti umani Onu che chiede a Madrid di rispettare i diritti politici dei leader detenuti.

Sulla prossima mossa gli indipendentisti sono però divisi. JxCat e Cup sono pronti a forzare l'elezione di Puigdemont, Erc tentenna per le incertezze istituzionali che comporterebbe la rielezione del president, che non porrebbe fine inoltre al commissariamento della Catalogna. 


 
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