Caso kazako, la mossa di Astana per arrivare ad Ablyazov

Caso kazako, la mossa di Astana per arrivare ad Ablyazov
di Sara Menafra
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Venerdì 27 Dicembre 2013, 08:20
​Sono molto felice di poter tornare in Italia. Parla poco Alma Shalabayeva, mentre prepara in fretta i bagagli per tornare in Italia. Il volo è lungo e con gli avvocati che l'assistono dall'Italia c'è stato solo il tempo di poche parole, in attesa di un incontro. A tutti la donna ha spiegato di essere riconoscente al nostro Paese, ma in particolare al ministro degli Esteri Emma Bonino, che in questi mesi avrebbe usato ogni canale diplomatico per convincere il Kazakistan a concludere il più rapidamente possibile l'inchiesta penale sui presunti documenti falsi e lasciarla libera di tornare in Europa.



Oltre alle pressioni dell'Italia, però, sull'improvviso cambio di posizione da parte del governo di Nursultan Nazarbayev, potrebbero aver pesato anche altri fattori. A cominciare dalla guerra che la Repubblica centroasiatica conduce da anni per riportare in patria e processare Mukhtar Ablyazov, il marito di Alma Shalabayeva, ex ministro e tra i leader più temuti dell'opposizione al governo monopartitico che dura praticamente dalla caduta del muro di Berlino.

Nei mesi passati, il governo di Nazarbayev ha sempre difeso la correttezza di quel rimpatrio a velocità doppia, sostenendo che le pratiche per permettere nuovamente alla donna di lasciare il paese sarebbero state lunghe. La posizione è cambiata improvvisamente il 24 dicembre, con una mossa – in linea con il rilascio delle Pussy Riot e degli attivisti di Greenpeace da parte di Putin – che potrebbe rendere il Kazakistan più “credibile” nella battaglia legale per rimpatriare e processare Ablyazov.



L'uomo è stato arrestato in Francia e su di lui pende una richiesta di estradizione russa a cui, a sorpresa, la procura di Aix en Provence ha dato parere favorevole: la nuova linea “dal volto umano” kazaka potrebbe rendere più convincente la repubblica centroasiatica nella richiesta di rimpatrio.

Alma Shalabayeva porterà con sé la figlia, Alua, di 6 anni, che era stata rimpatriata con lei e ora potrebbe riprendere a frequentare la scuola italoamericana che aveva dovuto lasciare improvvisamente (i compagni nel corso di questi mesi le hanno mandato lettere e messaggi video, uno dei quali realizzato dal Messaggero.it). Ma i tempi della decisione sono stati troppo rapidi perché sia già stato stabilito se la bambina tornerà nella stessa scuola. «Non ho ancora pensato a questo aspetto - dice Alma Shalabayeva - l’importante, adesso, è riunire i miei figli». Anche il ministro Bonino ha preferito essere prudente: «Non ha ancora deciso sul futuro, ora l'importante è che torni in Europa».
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