Il cappellano della Regina Elisabetta contro l'Islam: «Nel Corano si incita all'odio»

Il cappellano della Regina Elisabetta contro l'Islam: «Nel Corano si incita all'odio»
di Federica Macagnone
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Giovedì 12 Marzo 2015, 20:11 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 16:21
«Ci sono più di 100 passaggi nel Corano che incitano le persone alla violenza». A lanciare l'affondo è il reverendo Gavin Ashenden, ex cappellano della Sussex University e uno dei 35 a servizio di Sua Maestà, la Regina Elisabetta.



Le parole del reverendo sono da inquadrare in una serie di commenti dell'Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che si dice fermamente convinto del fatto che i giovani si rivolgono alla jihad perché l'Islam tradizionale non è poi così «eccitante». L'Arcivescovo ha aggiunto che le comunità religiose in Gran Bretagna avrebbero bisogno di fare di più per fornire un'alternativa all'estremismo che, invece, riesce a dare ai giovani «uno scopo nella vita».



Dal canto suo Ashenden, intervistato dalla radio LBC, ha indicato le ragioni della violenza come segni rintracciabili all'interno del testo sacro dei musulmani. «L'Islam, al contrario del Cristianesimo, ha più di 100 versi che incitano la gente alla violenza. Ci sono parti in cui si invita a uccidere i propri nemici e altre in cui si fa riferimento al “tagliare la testa dei miscredenti”».

Poi, nel corso dell'intervista, quando ha capito che i suoi commenti potevano offendere i musulmani, ha aggiunto: «Se qualcuno si è risentito perché ho citato il Corano, non deve sentirsi offeso da me ma dalle loro sacre scritture».



La Chiesa d'Inghilterra, contattata per un riscontro, non ha risposto, mentre Buckingham Palace ha rifiutato di commentare.



Mercoledì scorso, più di 60 imam e alcuni leader di gruppi musulmani hanno firmato una lettera aperta al governo accusandolo di criminalizzazione dell'Islam. Nella missiva si sostiene che la “minaccia terroristica” è stata sfruttata dai politici in vista delle elezioni. «I grandi partiti inevitabilmente cercano di superarsi a vicenda in campo di cattiverie». Tra i firmatari, anche il giornalista Yvonne Ridley e l'ex detenuto di Guantanamo, Moazzam Begg che ha criticato la «demonizzazione dei musulmani in Gran Bretagna, nonostante siano sempre stati sconfessati gli atti terroristici e violenti».