Morales ha dedicato il suo trionfo a Fidel Castro e Hugo Chavez. Dal palazzo presidenziale a La Paz, Morales ha «ringraziato questo nuovo trionfo del popolo boliviano», sottolineando che il risultato elettorale gli permetterà di continuare a promuovere «l'integrazione non solo tra i boliviani ma anche tra i latinoamericani».
Alle presidenziali hanno vinto «la dignità e la sovranità del nostro popolo» e la vittoria è dedicata al leader cubano Fidel Castro, al presidente venezuelano Chavez, morto nel 2013, e a «tutti i popoli del mondo che lottano contro l'imperialismo».
Domenica sera dopo i primi exit poll, Morales è giunto nel Palazzo Quemado, sede del governo, nella centrale piazza Murillo al centro di La Paz, dove è stato accolto da un gruppo di sostenitori. Altri simpatizzanti stanno festeggiando in queste ore a Cochabamba, Oruro e Potosì.
Morales ha affrontato le elezioni in assoluta tranquillità. Subito dopo aver votato nel villaggio 14 de septiembre, nella regione del Chapare, si è augurato una vittoria «della democrazia», sottolineando tra l'altro l'importanza per il risultato elettorale dei tanti boliviani residenti all'estero.
Alla base della sua vittoria c'è un'opposizione frastagliata e rissosa, oltre alla situazione economica (il cui tasso di crescita per quest'anno è per esempio del 5,2% secondo il Fmi) e ad una forte politica d'inclusione sociale. Morales si è d'altra parte mantenuto lontano dalle ricette bolivariane più estreme, riuscendo a ridurre la povertà, in parte proprio grazie al 'boom' economico.
Per ora, dunque, nulla sembra potersi opporre al carisma di «el Evo», l'ex dirigente «cocalero» aymara nato in una casa senza acqua né elettricità. Morales rappresenta in altre parole la rivincita di un'intera classe sociale che per decenni è stata mantenuta ai margini del potere.
Nonostante le critiche rivolte dall'opposizione a confermare la regolarità del voto boliviano è stata una missione di osservatori dell'Unasur, Unione delle nazioni sudamericane.