Ora rischia di esplodere la "strategia palestinese"

Ora rischia di esplodere la "strategia palestinese"
di Marco Ventura
4 Minuti di Lettura
Martedì 20 Dicembre 2016, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 14:44

A Berlino la tempesta perfetta. Si addensava da tempo e si è scatenata al mercatino di Natale. Gli ingredienti del terrore sono ben chiari ad Alfredo Mantici, direttore editoriale di Lookout news ed ex capo del dipartimento analisi del Sisde, i servizi segreti interni. «L'uso dei camion negli attentati lo hanno insegnato i terroristi palestinesi». Ma non c'è solo il brevetto del Tir che piomba sulla folla e falcia il maggior numero di persone. C'è pure il contesto internazionale. Da un lato le sconfitte che lo Stato Islamico sta subendo tra Siria, Iraq e Libia ad Aleppo, Mosul e Sirte, dall'altro la potenza emulativa del successo dell'attentato di Nizza col famoso Tir che il 14 luglio, festa nazionale francese, provocò 86 morti e 302 feriti. E per finire, c'è il ritorno in Europa dei foreign fighters, pericolo che era stato segnalato da tempo anche dall'Intelligence americana. Questi tre elementi diventano esplosivi e in qualche modo la strage del mercatino ieri sera è il risultato di questa miscela.

RAPPRESAGLIA
«I palestinesi ci hanno insegnato che finché la guerra si svolge nel loro territorio, non fanno attentati fuori, in altri Paesi, ma quando nel loro territorio la guerra cessa perché è stata persa, è a quel punto che cominciano le azioni terroristiche all'estero». Il terrorismo palestinese ha infatti moltiplicato le sue azioni dopo la grande sconfitta nella guerra dei sei giorni nel '67 che da allora gli arabi chiamano la Sconfitta, An-Naksah. «Con l'Isis è successo lo stesso. La sconfitta militare progressiva sul terreno non è che la premessa per spinte emulative, reazioni rabbiose, per lo più spontanee, anarcoidi, in tutto il mondo». Ecco che la propaganda dispiega in pieno, proprio nel momento della disfatta, i suoi effetti ovunque abbia seminato odio e aizzato violenza. Succede che i comunicatori del Califfato raccolgono quello che «hanno seminato, cioè propaganda e cultura dell'odio e della violenza. In qualche modo i foreign fighters che andavano fuori dall'Europa a combattere sul terreno in Medio Oriente, a farsi ammazzare in battaglia, allontanavano da noi il pericolo. Adesso quelli che erano partiti e non sono morti torneranno nei Paesi di provenienza, e quelli che erano rimasti decideranno di fare la guerra in casa loro, cioè nostra». Il Tir di Nizza è un precedente vittorioso per i jihadisti. Purtroppo, da questi atti di terrorismo non c'è difesa, se non attraverso la prevenzione. Anche l'assassinio dell'ambasciatore russo in Turchia rientra nello stesso quadro. «Basta un poliziotto con la tessera e una pistola spiega Mantici come nell'Intifada. Non c'è difesa se qualcuno esce con un coltellaccio da casa e lo pianta nella schiena del primo passante che incontra. Neanche i servizi israeliani in quel caso possono fare molto».

I SERVIZI TEDESCHI
E cosa dire dei servizi tedeschi? Si tratta di servizi che funzionano, ben preparati, efficienti. Mantici li conosce, li ha visti all'opera. «Hanno una buona rete di informatori e sono intelligenti nel modo di procedere. Il modello tedesco di intelligence è come quello inglese e israeliano». Siamo al top. Servizi interni e servizi esterni. «Non si tratta di poliziotti riciclati. La scuola di addestramento è eccellente». A Mantici è rimasta impressa una visita ravvicinata. «C'erano teatri di posa nei quali i ragazzi dovevano fare il tentativo di arruolare un infiltrato e poi il filmato veniva proiettato davanti a tutti e se ne discuteva». Purtroppo, proprio nel momento in cui l'Isis appare militarmente condannato e avviato alla disfatta totale, quello è il momento della «ondata di ritorno in Europa, che forse non è organizzata e pianificata come si pensava a partire da un centro direzionale a Raqqa», ma vive molto di più alla giornata e sulla base dell'ispirazione individuale di schegge impazzite o cellule dormienti o isolati vendicatori.
«LI ABBIAMO IN CASA»«I terroristi non sono lontani, li abbiamo in casa», ammonisce Mantici. «E si attivano nel momento in cui si creano le condizioni, quando Aleppo sta per cadere o Mosul viene riconquistata». Ecco allora che anche l'attacco col coltello per strada, com'è successo in Gran Bretagna o in Francia o perfino in Germania, sui treni, o in strada, o nei supermercati, diventa un'operazione facile ma dall'effetto eclatante. Per non parlare del cosiddetto attacco veicolare, brevetto palestinese nelle sue varianti di attacco a pedoni indifesi o, imbottito di esplosivo, nei gesti kamikaze come quello che provocò la strage di italiani a Nassiriya. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA