Blitz in Belgio, uccisi due jihadisti legati a Coulibaly
Due arrestati erano in fuga verso l'Italia

Blitz in Belgio, uccisi due jihadisti legati a Coulibaly Due arrestati erano in fuga verso l'Italia
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Venerdì 16 Gennaio 2015, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 18:27

Sono quindici le persone arrestate e dodici le abitazioni perquisite in Belgio dopo la vasta operazione antiterrorismo lanciata ieri nel Paese: di questi, due persone arrestate in Francia erano in fuga verso l'Italia.

I due sono stati bloccati dalla polizia francese nella regione di Chambèry su segnalazione di quella belga.

Nel bilancio anche due uomini uccisi: Redwane Hajaoui et Tarik Jadaoun, secondo l'on-line della Derniere Heure.

L'identificazione dei due - spiegano dalla Procura federale - è in corso. Secondo la Derniere Heure due abitanti di Vervois di origine cecena e Hajaoui, di 22 anni, erano segnalati, ad inizio anno, in Siria. Hajaoui in particolare aveva detto alla famiglia di andare in Marocco, per far visita ai nonni.

L'arrestato si chiama Marouane E., e ha 25 anni. L'uomo è accusato, tra l'altro, di partecipazione ad associazione terroristica, detenzione di armi e esplosivi con l'intenzione di commettere un attentato, e minacce. È quanto riporta il quotidiano on-line Derniere Heure. Marouane E. nega i fatti che gli vengono contestati. Sconosciuto all'autorità giudiziaria, ha una fedina penale pulita. Inoltre nega di essere stato in Siria.

Le operazioni contro la jihad riguardano sette Paesi europei e lo Yemen. Paura intanto ieri sera in due località vicino a Liegi per un inseguimento con sparatoria, che sembrerebbe non avere comunque legami con l'operazione. L'allarme sicurezza è stato elevato a 3 su una scala di 4 in tutto il Belgio e al Palazzo di giustizia di Bruxelles la protezione è stata rafforzata. Chiunque voglia accedere all'edificio deve far passare i propri effetti al metal detector e sottoporsi a perquisizioni personali.

I sospetti terroristi stavano preparando il rapimento e la decapitazione di un importante personaggio: è quanto riporta questa mattina il sito della Dernier Hoire riprendendo notizie di un giornale fiammingo. Intanto si è appreso che questa mattina le scuole ebraiche di Bruxelles e Anversa sono rimaste chiuse e anche numerosi posti di polizia hanno chiuso le porte al pubblico per timore di attacchi. Intanto nell'intero Paese l'allerta resta a livello 3, ovvero "grave".

Erano tornati dalla Siria da una settimana e stavano preparando un grande attentato in Belgio, i componenti della cellula di jihadisti neutralizzata dalle forze speciali della polizia nella maxioperazione che ha portato alla morte di due terroristi e a controlli a Bruxelles, Villvord, Zaventem, Moelenbeck e Anderlecht, dove in un edificio è stato rinvenuto dell'esplosivo. Ci sarebbero anche alcuni ricercati in fuga.

L'attentato in Belgio era questione di ore o al massimo di giorni, secondo quanto emerge dalla conferenza stampa presso la procura federale di Bruxelles. Non è stato tuttavia indicato un luogo specifico. L'attacco poteva essere sferrato ovunque sul territorio del Paese, sia contro commissariati che contro agenti sulla strada.

Nella notte sono state segnalate sparatorie nei paesi di Angleur e Amercoeur, nella provincia di Liegi e non lontani da Verviers. A riferirlo il sito della Dernière Heure, secondo cui a Verviers sono stati

ritrovati anche kalashnikov, prodotti per fabbricare bombe e divise da poliziotto. Tutte zone e comunità in cui è segnalata forte la presenza dei cosiddetti «foreign fighters», i combattenti Ue radicalizzati e addestrati, che tornando dalla Siria e da altre aree di crisi, sono vere e proprie bombe ad orologeria, pronte a scatenare l'inferno. Il numero di europei confluiti tra le maglie della Jihad, secondo le ultime stime fornite da Europol è tra i 3000 ed i 5000. Di questi circa 400 dal Belgio. Un numero alto, soprattutto se commisurato alle dimensioni del Paese.

Nel mirino dei fondamentalisti c'era la polizia. E dalle intercettazioni, con cimici nascoste negli edifici in cui i tre si recavano abitualmente e nei loro veicoli, era emerso chiaramente che avrebbero colpito

a breve. Intanto un'auto in borghese della polizia era già stata notata dai vicini nei giorni precedenti.

Dalla Procura federale non forniscono molti dettagli sul blitz delle forze speciali, iniziato nel pomeriggio intorno alle 17,45 e conclusosi con la morte di due terroristi e l'arresto di uno di questi. Dopo

l'operazione è stata convocata una riunione d'emergenza tra il premier belga Charles Michel, i ministri di interno, Jan Jambon, e giustizia, Koen Geens, con i servizi di sicurezza.

Secondo le ricostruzioni dei magistrati i primi ad aprire il fuoco sarebbero stati i tre uomini. Non appena si sono accorti della presenza degli agenti delle forze speciali che stavano per fare irruzione, hanno cominciato a sparare con armi da guerra. Armi semiautomatiche e kalashnikov. Intanto dai tetti degli edifici attorno, i tiratori scelti seguivano la situazione.

La gente per strada è stata invitata ad allontanarsi velocemente. «Stavamo risalendo rue des Ecole e volevamo attraversare alle strisce pedonali di rue de la Colline, quando un uomo vestito di blu scuro

e col passamontagna sul volto ci ha spinto alle spalle e ci ha detto "correte"», racconta una donna che si è trovata a passare per strada con i figli piccoli, mentre in un edificio poco lontano si cominciava a scatenare l'inferno, come testimoniano le immagini dei video amatoriali girate dagli abitanti della zona.

In una di queste si vedono gli uomini coperti dai passamontagna in azione nell'abitazione, mentre fuori è buio e c'è fumo che esce dalle finestre. Intanto la procura federale sottolinea che le indagini erano iniziate già da alcune settimane, e non smentisce nè conferma legami della cellula con gli attentati di Parigi, ed in particolare con Ahmedi

Coulibaly, che proprio in Belgio avrebbe acquistato le armi per l'attentato nel supermercato kosher.

Nella notte nuove perquisizioni, in una grande operazione coordinata a livello di sette Paesi europei e in Yemen.

Intanto la procura federale sottolinea che le indagini erano iniziate già da alcune settimane, e non smentisce né conferma legami della cellula con gli attentati di Parigi, ed in particolare con Ahmedi

Coulibaly, che proprio in Belgio avrebbe acquistato le armi per l'attentato nel supermercato kosher.

Nella notte nuove perquisizioni, in una grande operazione coordinata a livello di sette Paesi europei e in Yemen.

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