Austria, linea dura: espulsi decine di imam

Austria, linea dura: espulsi decine di imam
di Flaminia Bussotti
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Sabato 9 Giugno 2018, 09:05
BERLINO Lo avevano scritto nel contratto di governo e adesso, a sei mesi dall'insediamento a dicembre, gli alleati dell'esecutivo conservatore a Vienna, hanno annunciato un giro di vite contro l'Islam radicale in Austria. Sette moschee saranno chiuse e decine di imam espulsi, come annunciato in una conferenza stampa convocata su due piedi ieri mattina presto dal cancelliere Sebastian Kurz, del partito popolare Övp, e dal vicecancelliere Heinz-Christian Strache, del partito liberal nazionalista Fpö. «Non c'è posto in Austria» per società parallele e tendenze radicali, le misure adottate sono dirette contro «l'Islam politico», ha spiegato Kurz. Positiva la reazione delle opposizioni, infuriata quella della Turchia in piena campagna elettorale per le legislative il 24 giugno, La decisione, presa dopo mesi di indagini sui luoghi di culto islamici, si basa su violazioni riscontrate della nuova Legge Islamica, in vigore in Austria da tre anni. La legge sostituisce quella risalente ai tempi della monarchia del 1912 ed esige un «atteggiamento positivo di fondo verso lo Stato e la società». Dall'Italia, il cancelliere incassa il plauso del vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, che su Twitter plaude all'iniziativa: «Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un paese va allontanato. Spero già la prossima settimana di incontrare il collega austriaco per confrontarci sulle linee d'azione».

LA LEGGE
Sia la vecchia che la nuova legge riconoscono all'Islam lo status di società di diritto pubblico. Nell'impero asburgico l'Islam, come tutte le altre religioni riconosciute ufficialmente, era considerata religione di stato, con tutti i benefici e tutele del caso, ciò che ha garantito finora piena integrazione e convivenza interreligiosa e multietnica. La nuova legge vieta il finanziamento degli imam dall'estero, riscontrato invece in questo caso. Contro circa 40 imam dell'organizzazione ombrello turca delle moschee in Austria è stato revocato il permesso di soggiorno. Due di essi sono già stati espulsi. Nei confronti di 60 imam, dei 260 imam in tutto in Austria, le autorità stanno facendo accertamenti: «Siamo solo all'inizio», ha detto Strache. Colpite dalla misura di chiusura con effetto immediato sono sei moschee della Comunità di culto araba, sospettate di attività salafite, una a Klagenfurt, due in Alta Austria e tre a Vienna più un'altra nella capitale, la Nizam-i Alem - nel distretto di Favoriten, con legami con l'organizzazione di estrema destra dei Lupi Grigi. Immagini di bambini in tuta mimetica in quello che sembrava un vero e proprio addestramento militare nella moschea avevano scioccato l'opinione pubblica. Un cartello con la scritta Chiuso' in turco (Camii kapalidir) è ora affisso alla porta.

IL RICORSO
La moschea ha già presentato ricorso presso l'organo statale competente (Ufficio del Culto). L'Associazione Unione Turco Islamica per la cooperazione culturale e sociale in Austria (Atib) è da tempo oggetto di critiche per le sue posizioni turco-nazionaliste.

LA CONFERMA
Rappresenta 60 organizzazioni in Austria e sottostà all'autorità religiosa turca Diyanet, ovvero al governo turco. Un portavoce di Atib ha confermato che gli imam sono finanziati dall'estero perché in Austria non è possibile una formazione adeguata, ma ha negato che essi propaghino messaggi politici. Le misure cadono nel pieno delle operazioni di voto dei turchi in Austria per le elezioni del 24 giugno. In Austria vivono circa 100.000 aventi diritto al voto turchi. L'azione del governo conservatore ha incontrato anche il favore dei partiti di opposizione, inclusi i socialdemocratici (Spö) secondo cui si tratta della «prima sensata misura di questo governo».

L'APPOGGIO
Appoggio anche dai Verdi che però vedono nella misura un aiuto elettorale per il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan. Immediata infatti la reazione da Ankara che in un tweet del portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin, parla di «ondata islamofoba, razzista, discriminatoria e populista» in Austria. Il governo neroblu austriaco aveva annunciato una stretta nell'universo delle comunità islamiche dopo l'insediamento a dicembre. I populisti della Fpö, alleato junior, occupano sei ministeri pesanti nellesecutivo, fra cui interni, esteri e difesa, oltre al vicecancelliere Strache.
La nuova legge sull'Islam era stata preparata dall'allora ministro degli esteri e per integrazione, Sebastian Kurz, e accompagnata da mesi di discussioni. Prevede più diritti ma anche più doveri per i musulmani e vieta il finanziamento degli imam dall'estero.
 
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