Attentato Istanbul, in Turchia 6 mesi di sangue: il terrore nelle grandi città

Attentato Istanbul, in Turchia 6 mesi di sangue: il terrore nelle grandi città
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Mercoledì 29 Giugno 2016, 10:06
Una lunga sequenza di attentati, mentre continua la guerra turca contro le postazioni del Pkk, il partito comunista curdo, appena fuori i confini del Paese. Circa tre settimane fa, il 7 giugno scorso, l'ultima strage prima dell'attacco di ieri: una bomba fatta esplodere sempre a Istanbul, e che ha provocato 11 morti (cinque agenti di polizia, sei civili) e una quarantina di feriti. L'attentato (che non è stato l'unico quel giorno; ma l'unico che ha provocato morti) è stato pianificato con una bomba nascosta dentro un'auto parcheggiata, che è stata fatta saltare in aria al passaggio di un mezzo della polizia.

LA CONFERMA
Ancora una volta Istanbul, quindi. Quella che viene considerata, da chi accusa gli insurrezionisti curdi, la conferma che si vuole trasferire il conflitto dalle montagne alle grandi città. Neanche due mesi prima, un attentato più grave insanguinava Ankara. Un'autobomba venne fatta esplodere il 13 marzo nei pressi di una fermata dell'autobus. Quasi quaranta persone perdono la vita. Vengono accusati della strage una studentessa curda e un altro curdo, un uomo con precedenti penali, considerato membro del Pkk.

VICINO ALL'OBELISCO
Indietro di neanche un mese, c'era stato un altro attentato ad Ankara che ha provocato una strage: muoiono in 28, mentre 61 sono i feriti, per un'esplosione, il 17 febbraio scorso, al passaggio di un convoglio militare nella zona residenziale della città. Il 12 gennaio, sempre di quest'anno, la volontà è di seminare terrore e morte tra i turisti e la firma è dell'Isis, all'opera con un kamikaze che si fa esplodere. Siamo al centro di Istanbul, in piazza Sultanahmet, nei pressi dell'obelisco di Teodosio. I morti sono dieci, tra cui appunto otto turisti tedeschi.

Indietro nel tempo, a neanche un anno fa, il 10 ottobre del 201%, è di nuovo Ankara l'obbiettivo dei terroristi. Il bersaglio è una marcia della pace, che viene funestata da un doppio attentato, che provoca 102 morti e 246 feriti.
Prima di questa sequenza, gli attentati in Turchia sono stati frequenti, e attribuiti o agli insurrezionisti curdi o all'Isis. Ma si sono svolti in città minori, o località di confine, come i 21 morti per un attentato a Suruc, dove muoiono in 32 e circa in settanta restano feriti. In questo caso l'esecutore è stato un giovane kamikaze simpatizzante dell'Isis. Andando indietro nel tempo, Ankara e Istanbul tornano protagoniste di attacchi che risalgono però a otto, nove, fino a dodici anni fa. Il 27 luglio 2008 era stata una serie di attentati a provocare una ventina di morti, e circa centocinquanta feriti, in una serie di esplosioni nel quartiere commerciale di Ankara. Andando ancora a ritroso nel tempo troviamo anche la firma di Al Qaeda, attivissima nel novembre del 2003. Trentadue morti e 450 feriti fu il bilancio di due attacchi a Istanbul, uno dei quali di fronte al Consolato della Gran Bretagna.
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