«Fino ad ora ho visto Hans Asperger come una figura alla Oskar Schindler», ha spiegato in un articolo sull'Independent Ryan Hendry, affetto dalla sindrome e convinto che non si possa continuare ad usare il nome di uno scienziato che avrebbe «mandato quelli come lui a morire», preferendo magari i nomi di Lorna Wing e Judith Gould, le due psichiatre che hanno dato al disturbo il nome di Asperger dopo aver condotto studi importantissimi negli anni 80. Il dibattito sui social network è andato nella stessa direzione e ha coinvolto molte persone affette dalla sindrome, che a differenza dell'autismo non implica un ritardo cognitivo né linguistico ma che porta ad avere difficoltà di interazione sociale e di comunicazione non verbale nonché modelli ripetitivi di comportamento e di interessi.
LA VICENDA
Dopo l'annessione dell'Austria alla Germania hitleriana, la facoltà di medicina di Vienna era stata oggetto di purghe e i suoi vertici erano stati sostituiti da ideologhi nazisti, tanto che Asperger aveva dichiarato la sua lealtà nei confronti dei fondamenti della medicina nazista e aveva preso a firmare i suoi rapporti con Heil Hitler'. Una situazione comune, secondo alcuni storici, che però sulla base dei documenti d'archivio, agli schedari e alle cartelle cliniche dell'epoca analizzati per la prima volta da Czech, anch'egli studioso dell'Università di Vienna, presenta numerosi elementi inquietanti: il medico aveva «legittimato pubblicamente le politiche di igiene razziale», incluse le sterilizzazioni forzate, ed era stato «ricompensato per le sue dichiarazioni di lealtà con delle opportunità di carriera».
Nel 1944 il medico aveva descritto per la prima volta un gruppo di bambini affetti dalla sindrome come «psicopatici autistici», ma in quegli anni Asperger stava prendendo parte al programma di «eutanasia» infantile portato avanti dai nazisti, partecipando alla commissione incaricata di valutare più di 200 pazienti di una casa di cura per bimbi mentalmente disabili. Di questi, 35 sarebbero stati giudicati «incurabili» e spediti a Spiegelgrund a morire. «Il programma era funzionale all'obiettivo nazista di creare attraverso l'ingegneria eugenetica una società pura attraverso l'igiene razziale e l'eliminazione delle esistenze considerate un fardello e non degne di vita», secondo un comunicato degli editori della rivista. Per chi era abituato a definirsi semplicemente asperger o addirittura aspie è un momento delicato: chi vuole usare il nome di una persona che non pensava solo al benessere dei bambini, ma ne avrebbe mandati molti a morire?
© RIPRODUZIONE RISERVATA