Vessata da compagnia telefonica, in un anno
153 telefonate: per lei maxi-risarcimento

Vessata da compagnia telefonica, in un anno 153 telefonate: per lei maxi-risarcimento
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Giovedì 9 Luglio 2015, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 15:53
NEW YORK - Una donna del Texas, Araceli King, avrà un maxi-risarcimento da 230 mila dollari, poco più di 200mila euro, per essere finita nel mirino delle offerte pubblicitarie troppo pressanti di una compagnia telefonica.



È quanto ha stabilito un giudice federale di Manhattan obbligando la Time Warner Inc. a procedere al pagamento di 229 mila e 500 dollari per averla assillata con 153 telefonate in meno di un anno. La compagnia l'ha letteralmente tempestata di chiamate per proporle contratti e promozioni: e se episodi del genere accadono di frequente anche in Italia, negli Stati Uniti il giudice ha stabilito che tale atteggiamento costituisce un vero e proprio 'stalking', tanto da meritare un lauto risarcimento.



Il magistrato, Alvin Hellerstein, ha spiegato ai media Usa di aver deciso di applicare una pena fino a 1500 dollari a telefonata perché le azioni della società con sede a New York sono state «particolarmente eclatanti», e in violazione del Telephone Consumer Protection Act del 1991. I messaggi peraltro erano rivolti ad un uomo di nome Luiz Perez, che in passato aveva il suo numero di cellulare, ma nonostante lei abbia spiegato la situazione ad un rappresentante della società e abbia più volte chiesto loro di smettere, nulla è cambiato. E così l'anno scorso ha deciso di denunciare le continue chiamate. A parere del giudice, se Time Warner avesse tenuto un «comportamento responsabile», avrebbe continuato a cercare con più determinazione Perez, lasciando in pace la donna. Anche perché 74 delle chiamate sono state fatte dopo che la società ha ricevuto una copia della causa presentata da King nel marzo 2014.



L'avvocato della donna, Sergei Lemberg, ha fatto sapere che la sua cliente è felice e che la decisione del giudice rappresenta un messaggio rivolto a tutti i consumatori vessati da troppe telefonate pubblicitarie invitandoli a «smettere di sopportare». Ma rappresenta anche un messaggio alle aziende, ossia che è necessario prestare attenzione agli esseri umani anche quando viene utilizzata la tecnologia per proporre promozioni e contratti. Time Warner tuttavia non intende darsi per vinta, e tramite un portavoce ha già annunciato che sta valutando come procedere.