Anonymous, attacco informatico la Turchia: «Smettetela di sostenere l'Isis». Oscurati 40mila siti web

Anonymous, attacco informatico la Turchia: «Smettetela di sostenere l'Isis». Oscurati 40mila siti web
di Federica Macagnone
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Mercoledì 23 Dicembre 2015, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 17:33
Anonymous ha lanciato un massiccio attacco informatico alla Turchia, accusando i leader del Paese di sostenere lo Stato Islamico: gli attivisti digitali hanno minacciato di sabotare i server di aeroporti, banche e strutture militari turche se i vertici del governo non smetteranno di dare il loro appoggio all'Isis.

Promettendo di aver solo iniziato la loro battaglia contro i sostenitori dei terroristi, già la scorsa settimana Anonymous ha oscurato 40.000 siti web in tutta la Turchia attaccando il “root server” del Paese, ma in queste ore ha promesso di intensificare gli attacchi in un video pubblicato su YouTube. «La Turchia sostiene Daesh con l'acquisto di petrolio e permette ai jihadisti di essere ricoverati nel proprio territorio – scrivono nel comunicato letto davanti alla telecamera - Non accetteremo che Erdogan, il leader della Turchia, aiuti ancora l'Isis. Se non smettete di sostenerlo, continueremo ad attaccare il DNS, le vostre banche e siti governativi. Poi attaccheremo i vostri aeroporti, le vostre strutture militari e le connessioni private dello Stato. Vi distruggeremo l'infrastruttura bancaria. Smettete di sostenere lo Stato islamico. Il vostro destino è nelle vostre mani».

Anonymous ha intensificato la “guerra on line” contro l'Isis dopo gli attentati terroristici a Parigi del mese scorso. «Ci si potrebbe chiedere perché noi stiamo “trollando” i jihadisti – ha dichiarato una fonte anonima degli attivisti - Per capirlo bisogna vedere come funziona l'Isis. Essi prosperano nella paura e sperano che le loro azioni possano metterci a tacere e farci vivere una vita nascosti nel terrore. Mostreremo loro che non abbiamo paura, siamo la maggioranza e con la forza dei numeri possiamo fare la differenza. Noi li derideremo per gli idioti che sono».

Il gruppo di attivisti ha pubblicato e aggiornato un elenco di account Twitter che sostengono la propaganda dei jihadisti: una lista che contiene già più di 5.500 utenti.
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