Alcune persone sono naturalmente in grado di controllare meglio la malattia, ma il caso della bimba è differente, dicono i medici. Inoltre se non c'è traccia di Hiv attivo nel suo corpo, il virus è stato rilevato nelle cellule immunitarie. Insomma, c'è ancora il rischio che la bimba possa dover ricominciare la terapia in futuro. Nel mondo si stima che oggi 36,7 mln di persone vivano con l'Hiv, ma solo il 53% accede alla terapia anti-retrovirale. Secondo Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Disease (Usa), fra i massimi esperti di Aids, «ulteriori studi sono necessari per imparare come indurre una remissione a lungo termine dell'Hiv nei bimbi infetti. Comunque questo nuovo caso rafforza la nostra speranza che, trattando i bimbi sieropositivi per un breve periodo nell'infanzia, si possa evitare loro il peso di una terapia lunga tutta la vita e le conseguenze per la salute dell'attivazione immunitaria a lungo termine, tipicamente associata con l'Hiv».
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