Afghanistan, il flop dell'antidroga: record della produzione di oppio

Una piantagione di oppio in Afghanistan
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Martedì 2 Maggio 2017, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 13:21
La produzione di oppio in Afghanistan ha raggiunto un nuovo record nel 2016 nonostante i miliardi di dollari spesi da Washington per la repressione del narcotraffico. Lo ha sostenuto nel suo ultimo rapporto al Congresso americano l'Ispettorato generale speciale Usa per la ricostruzione in Afghanistan (Sigar). Nel documento trimestrale, riferisce Tolo Tv, il Sigar rivela che lo scorso anno la produzione di oppio è cresciuta del 43%, nonostante una campagna anti-droga delle agenzie statunitensi costata investimenti per 8,5 miliardi di dollari. Contemporaneamente, si sottolinea, l'azione di sradicamento delle piantagioni di papavero da oppio, al minimo storico degli ultimi dieci anni, è stata «pressoché impercettibile».

In base ai dati raccolti dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc) il valore potenziale lordo degli oppiacei è stato di 1,56 miliardi di dollari, ossia equivalente al 7,4% del Prodotto interno lordo (Pil) dell'Afghanistan nel 2015. Nel suo rapporto sul 2016 l'Unodc ha stimato che le coltivazioni di oppio sono cresciute rispetto al 2015 del 10% raggiungendo i 201.000 ettari, e che le regioni meridionali afghane (Helmand, Kandahar, Uruzgan, Zabul e Daykundi) contribuiscono al 59% delle coltivazioni totali, con Helmand, Badghis (nord-ovest) e Kandahar a fare la parte del leone. Infine il SIGAR ha sottolineato che «il commercio dell'oppio crappresenta il 60% del bilancio dei talebani».
 
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