Francoforte, mamma fermata in aeroporto per tiralatte sospetto: «Stai allattando? Dimostralo»

Un tiralatte
di Luisa Mosello
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Mercoledì 1 Febbraio 2017, 17:20 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 14:12

Una richiesta incredibile quella rivolta a una donna nell'aeroporto di Francoforte. Dimostrare di essere una mamma che sta allattando il proprio figlio. Come? Spremendo il seno. Una prova chiesta dalla polizia di guardia allo scalo tedesco, non convinta della versione di Gayathiri Bose, manager in una società di Singapore, in partenza per Parigi dalla Germania. I sospetti scattano quando lo scanner di controllo rileva nel suo bagaglio un oggetto sospetto. E' un innocuo tiralatte ma la poliziotta in servizio non ne è convinta e inizia a subissare di domande la trentatreenne, che sta viaggiando da sola e non ha il figlioletto di sette mesi con sè: «Sta allattando? E allora dove è il suo bambino?». Agli interrogativi sempre più incalzanti segue il sequestro del passaporto e poi l'interrogatorio dentro una stenzetta dell'aeroporto. Dove la donna viene testata. Anzi letteralmente "tastata".

Come riporta la Bbc, Gayathiri, che oltre al piccolino di pochi mesi ha anche di un altro bimbo di 3 anni, è sconvolta per quanto le sta accadendo: «Li dentro mi ha detto di aprire la camicia e mostrare il seno -ha raccontato-. A quel punto mi ha chiesto come mai non avessi nulla attaccato. Le ho spiegato che non ce n'è bisogno, e che basta appoggiare il tiralatte al capezzolo e la macchina fa il resto. Poi sono scoppiata a piangere, ero molto agitata. È stato umiliante e traumatizzante». Il tutto è durato quasi tre quarti d'ora, dopodichè la madre sospetta è riuscita a imbarcarsi portandosi dietro un'esperienza alquanto sgradevole. IImmediatamenta dopo tramutata in una denuncia alla polizia dello scalo tedesco. Che attraverso il suo portavoce Christian Altenhofen ha spiegato che i controlli erano stati fatti per motivi di sicurezza: nel tiralatte poteva esserci un esplosivo. E pur negando il fatto che alla Bose fosse stato chiesto di spremere il seno, le ha dato ragione confermando che i controlli descritti non erano contemplati dal protocollo. Che di solito prevede non un interrogatorio ma una radiografia, seguita da una prova di tracce di esplosivo sul dispositivo. Anche perché se fosse stato un uomo a trasportare quell'oggetto evidentemente non avrebbe potuto provare la sua innocenza. 

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