Per un Boeing, che «non è proprio invisibile», ci vuole «una pista di almeno due chilometri e mezzo» e capace di tenere la portata dell'aereo. Il generale dell'Aeronautica spiega anche che «un aereo tecnicamente non può scomparire dai radar. Deve piuttosto essere verificata accuratamente la copertura dei radar locali, vedere se all'interno di questa copertura i radar fossero efficienti. Teoricamente si trattava di una zona non oceanica e una copertura radar doveva esserci». Il fatto che l'aereo abbia cambiato repentinamente di altitudine non significa necessariamente che alla guida ci sia un esperto che voglia sfuggire dai controlli perchè «per sfuggire alla copertura dei radar non basta scendere di poche migliaia di chilometri ma bisogna volare a quota bassissima». E anche in questo caso impossibile che un aereo non venga rintracciato da nessuno. Secondo il generale Tricarico, dunque, «bisogna investigare in ogni direzione, non escludendo, per esempio, la pista del terrorismo e neanche quella dell'incidente».
Per quanto riguarda l'ipotesi della disgrazia «non si può escludere dicendo che c'è stato un silenzio totale da parte dell'equipaggio perchè magari era totalmente impegnato a risolvere l'emergenza a bordo». Quindi «il caso deve essere preso con le molle, debbono essere verificati i diagrammi di copertura dei radar, bisogna ascoltare i testimoni, affrontare tutte le complessità. Nel passato, dopo la scomparsa di aerei, abbiamo verificato cause inimmaginabili» e per arrivare alla verità potrebbero passare anche «dei mesi».
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