• I motori: Le Malaysian Airlines hanno un preciso accordo con la casa produttrice dei motori del Boeing 777, sulla base del quale - nell’ambito delle normali manutenzioni dei velivoli - i motori devono trasmettere ogni mezz’ora i dati sulla propria performance, ad esempio la velocità e l’altezza del volo. I due motori della serie Trent 800 avrebbero continuato a trasmettere questi dati essenziali alla Rolls Royce per quattro ore dopo che si erano persi i contatti con le torri di controllo, sabato all’una e sette minuti del mattino.
• Autonomia di volo: gli esperti spiegano che al decollo il 777 aveva abbastanza carburante per volare sino a Pechino e – nel caso di complicazioni – rimanere in volo per altri 45 minuti. Il che vuol dire che nel momentro in cui si sono persi i contatti con le torri di controllo, aveva comunque abbastanza carburante per rimanere in volo circa altre cinque ore.
• Le ipotesi: In mancanza di dati precisi, gli esperti insistono che “tutte le ipotesi vanno tenute presenti”. Le ultime rivelazioni sui motori ancora in funzione pur mentre ogni comunicazione era cessata ha fatto ipotizzare che a bordo dell’aereo si sia verificato un avvenimento “catastrofico” che ha fatto saltare il sistema elettrico e ha fatto perdere conoscenza a passeggeri e piloti, mentre l’aereo sarebbe rimasto in volo fino all’esaurimento del carburante. L’ipotesi è stata espressa da Mary Schiavo, ex ispettore generale del Dipartimento dei Trasporti Usa. Di altro avviso è Billie Vincent, ex direttore della sicurezza della Federal Aviation Administration: “Se davvero abbiamo le prove che l’aereo ha continuato a volare, allora dobbiamo seriamente pensare all’ipotesi di un dirottamento”. Ieri sera, giornalisti del Wall street Journal hanno comunicato alla Cnn che le autorità internazionali cominciano a studiare l'ipotesi che l'aereo sia atterrato in qualche aeroporto clandestino. Ma sono numerosi anche gli esperti che insistono che l’aereo è precipitato e si è frantumato all’impatto con l’Oceano, e se non se ne trova traccia è perchè le correnti hanno oramai trascinato chissà dove i suoi resti. Ma se è caduto dopo 4 ore, allora è probabile che si sia inabissato proprio nell’Oceano Indiano, più o meno a nord delle Isole Nicobar, proprio dove si starebbero dirigendo le navi americane.
• I falsi avvistamenti: l’allarme lanciato da un satellite cinese, che sembrava aver identificato una sagoma simile a un’ala di un jumbo, si è rivelato falso. Squadre di soccorso arrivate nella zona non hanno trovato nulla.
• Le accuse contro il governo malese: secondo il quotidiano Washington Post, ci sarebbero state numerose lagnanze contro la gestione della crisi da parte del governo malese. “Stanno trattando una grave crisi globale come se fosse un fatto interno” ha confermato il professor Clive Kessler, che segue da anni la politica malese per la facoltà di sociologia della New South Wales University di Sidney. La Cina ha particolarmente criticato questo comportamento, e difatti un gruppo di diplomatici cinesi ha voluto incontrare gli esponenti del governo di Kuala Lumpur. Alle Nazioni Unite, il portavoce del Segretario generale Ban Ki-moon ha insistito che “in questo momento ci dobbiamo concentrare a cercare e identificare l’aereo scomparso. Tutti i nostri pensieri vanno ai parenti dei passeggeri”. Il governo di Pechino dal canto suo ha assicurato i parenti che “le ricerche continueranno fino a che ci sarà un barlume di speranza”. Dei 239 passeggeri a bordo del 777, 150 erano cinesi.
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