La frana ha sepolto almeno una trentina di abitazioni di fortuna e di edifici fatiscenti costruiti con la plastica e il legno alle pendici della discarica Koshe (nella lingua locale significa Sporca): una bidonville maleodorante e malsana che negli ultimi anni è andata estendendosi in modo incontrollato. Secondo un testimone, dopo il cedimento il profilo della collina dell'immondizia risulta completamente diverso da com'era e ciò vuol dire che almeno un fianco si è staccato all'improvviso precipitando verso il basso.
Su un altro versante invece si sarebbe verificato uno smottamento più lento, uno scivolamento che non ha lasciato scampo ai cercatori di rifiutì. Ogni giorno centinaia di persone di tutte le età, bambini compresi, camminano e si arrampicano sulla collina di spazzatura cercando qualcosa da rivendere per pochi spiccioli: trovano poco, a volte pochissimo, ma ciò può significare la sopravvivenza per intere famiglie. Fino a tarda sera le cause del disastro sono rimaste imprecisate.
Un residente ha però raccontato che da alcuni mesi l'immondizia prodotta dai quattro milioni di residenti di Addis Abeba veniva nuovamente scaricata nel sito dismesso alcuni anni fa, dopo essere rimasto in funzione per quasi 50 anni.
E nella capitale dell'Etiopia i rifiuti che si accumulano in soli 12 mesi ammontano a 300.000 tonnellate. Nel pomeriggio il comune di Addis Abeba ha sottolineato che si sta provvedendo alla costruzione di un'altra discarica, ma che i lavori procedono a rilento. Intanto la collina Sporca è venuta giù. Sei ruspe hanno scavato per l'intera giornata e sono al lavoro anche stasera. Ma da ore hanno trovato solo cadaveri e gli unici lamenti che si sentono sono quelli di chi si è salvato e cerca disperatamente i propri cari.
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