Salah ora si rifiuta di parlare. Il 19 marzo disse: «A Parigi non mi sono voluto far saltare in aria»

Salah ora si rifiuta di parlare. Il 19 marzo disse: «A Parigi non mi sono voluto far saltare in aria»
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Venerdì 25 Marzo 2016, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 17:41
«Dopo gli attentati di Bruxelles Salah Abdeslam non vuole più parlare». Lo ha detto il ministro della giustizia belga Koen Geens intervenendo alla Camera.

I verbali dell'interrogatorio del 19 marzo scorso. Pur riconoscendo il suo ruolo a livello logistico nella preparazione degli attentati di Parigi, lo scorso 13 novembre, Salah Abdeslam, il terrorista arrestato a Bruxelles la scorsa settimana, ha identificato in Abdelhamid Abaaoud - ucciso il 18 novembre in una sparatoria con la polizia a Saint-Denis - il principale responsabile della strage e rivelato di avere deciso all'ultimo di non farsi saltare in aria. Abdeslam, secondo le informazioni dell'emittente belga 'Bfmtv', ha iniziato a parlare con gli inquirenti e, il 19 marzo, ha rivelato alcuni dettagli sull'organizzazione degli attacchi nella capitale francese. Oltre ad affermare di non conoscere i tre kamikaze del Bataclan, Abdeslam avrebbe anche confermato che «nove persone oltre a lui» hanno partecipato agli attentati a Parigi e allo Stade de France. Il terrorista ha quindi spiegato che suo fratello maggiore sarebbe l'elemento centrale del suo coinvolgimento.

Salah avrebbe infatti «affittato macchine e alberghi» proprio «su richiesta» di Brahim, che quella drammatica notte si è fatto saltare in aria al caffè Comptoir Voltaire. E lo stesso Brahim aveva anche nascosto a Bobigny la «sua cintura esplosiva» in vista dell'operazione. Abdeslam ha inoltre raccontato che «ogni volta che ha dovuto pagare qualcosa per preparare questi attentati i soldi provenivano» da suo fratello.

Il «responsabile degli attentati» del 13 novembre a Parigi è Abdelhamid Abaaoud, morto nell'assalto al covo di S.Denis. Lo ha detto Salah Abdeslam secondo i verbali dell'interrogatorio dello scorso 19 marzo a Bruxelles, rivelati oggi dal quotidiano Le Monde. Che Abaaoud sia il responsabile degli attentati che hanno causato 130 morti a Parigi «lo so da mio fratello Brahim», il kamikaze che si è fatto esplodere al Comptoir Voltaire, ha continuato Salah Abdeslam, nei verbali rivelati oggi da Le Monde.
Sempre secondo il giornale, l'ex fuggitivo ha poi spudoratamente mentito agli inquirenti dicendo di aver conosciuto Abaaoud solo alla vigilia della strage quando è ampiamente dimostrato che fossero amici d'infanzia a Molenbeek. Salah afferma di averlo visto «una volta sola» nella vita, alla vigilia delle stragi parigine, in un covo a Charleroi, nel sud del Belgio. Abdeslam conferma di essere stato lui ad aver noleggiato le auto del commando e prenotato le stanze d'albergo. «L'ho fatto in seguito a una richiesta di mio fratello Brahim». Conferma solo l'identità di Bilal Hadfi, e non degli altri due kamikaze dello Stade de France di cui dice «ignorare il ruolo». Precisa anche che doveva recarsi alla partita amichevole Francia-Germania, senza biglietto, «per farsi esplodere».


Salah Abdeslam si è mosso in taxi a Bruxelles dieci giorni dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi. A rivelarlo è stato lo stesso terrorista nella deposizione rilasciata il 19 marzo scorso, all'indomani del suo arresto a Molenbeek, secondo alcuni stralci pubblicati dal quotidiano francese Le Monde. Il terrorista ha raccontato che, il giorno dopo la strage nella capitale francese, si è nascosto nel comune brussellese di Schaerbeek, chiedendo ospitalità a tale Abdel, che sarebbe Mohamed Belkaid, ucciso nel raid della polizia a Forest del 15 marzo, al quale Abdeslam è sfuggito per poco. «Non avevo un altro posto dove andare - ha detto Salah - Abdel non è stato contento di vedermi arrivare. Gli ho spiegato che non ero riuscito a farmi saltare in aria, mi ha consolato e poi mi ha detto che mi avrebbe tenuto nascosto fino a quando non avessi potuto andare in un altro posto sicuro». Così, una decina di giorni dopo, si sono spostati in taxi da Scharbeek a Forest, dove Belkaid - considerato il logista degli attacchi di Parigi - aveva a disposizione un appartamento, quello nel quale la polizia ha fatto irruzione il 15 marzo, credendolo vuoto, e da dove Salah è riuscito a scappare, tre giorni prima di essere catturato a Molenbeek.

 
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