11 settembre, Stati Uniti si fermano per ricordare le vittime di Ground Zero, Obama: «America, non avere paura»

11 settembre, Stati Uniti si fermano per ricordare le vittime di Ground Zero, Obama: «America, non avere paura»
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Domenica 11 Settembre 2016, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 07:49

Il cielo sopra Manhattan è terso e luminoso proprio come quella mattina dell'11 settembre di quindici anni fa. E il silenzio cala a Ground Zero quando la campanella suona per ricordare l'impatto del primo aereo contro la torre nord del World Trade Center. Sono le 8 e 46. L'intera America si ferma per piangere ancora una volta i quasi 3 mila morti di quella tragedia, quelli rimasti sepolti sotto le macerie delle Twin Towers.

A movimentare la mattinata ci pensa Hillary Clinton, presente alla cerimonia come l'altro candidato alla Casa Bianca, Donald Trump. I due, che per un giorno così solenne hanno stabilito una tregua, si ignorano, si tengono a debita distanza. Poi improvvisamente l'ex first lady abbandona, mentre ancora si leggono come di consueto i nomi delle vittime. Si è sentita male, raccontano subito alcuni testimoni. Dopo quasi un'ora di mistero, il portavoce chiarirà che si è trattato solo di un lieve malore dovuto al caldo. «Sto alla grande», afferma più tardi la stessa Hillary uscendo dal portone di casa della figlia Chelsea. Trump non si accorge di nulla, 'scortatò dai fedelissimi Rudolph Giuliani, sindaco di New York all'epoca degli attentati, e Chris Christie, governatore del New Jersey. L'attuale sindaco Bill de Blasio e Michael Bloomberg, che ha guidato la Grande Mela per ben tre mandati, sono poco più in là, ma il tycoon li snobba. Non ha gradito gli attacchi ricevuti dai due nelle ultime settimane.

Intanto al Pentagono, che l'11 settembre del 2001 fu a sua volta colpito da un aereo dirottato da al Qaida, si svolge un'altra cerimonia. E a ricordare le 189 vittime di quel luogo c'è Barack Obama: «Non le dimenticheremo mai», nemmeno quelle del quarto aereo che doveva colpire il Congresso e invece precipitò in un campo della Pennsylvania. Parlando di sicurezza e terrorismo, nelle parole del presidente riecheggiano inevitabilmente i temi che stanno animando la campagna elettorale per le presidenziali: «Non dobbiamo difendere solo il nostro Paese, ma anche i nostri ideali, i nostri valori», questo è lo spirito dell'11 settembre.

 


Parole che sembrano una risposta a quelle pronunciate poco prima da Trump, che torna a chiedere una reazione dura contro «un nemico che vuole distruggere il nostro modo di vivere». «Gli americani non devono cedere alla paura», è invece l'appello del presidente americano: «Sappiamo che la nostra diversità, la nostra variegata eredità non è una debolezza, ma la nostra più grande forza». Il terrorismo dunque non si batte erigendo muri o impedendo ai musulmani di entrare.
E la pensa così anche Hillary Clinton, che pur avendo sospeso per un giorno la sua campagna elettorale (così come del resto il suo avversario) non rinuncia parlando alla Cnn a un nuovo affondo: «La retorica di Donald Trump - assicura - ha solo alimentato le motivazioni che guidano l'Isis. Quello che purtroppo Trump ha fatto - prosegue - è rendere il nostro lavoro più difficile, dando di fatto un aiuto ai militanti dell'Isis e anche ai loro leader che sperano in uno scontro tra civiltà e in una guerra di religione».

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