Yara, la Procura a Santanchè: «Ha perso
una buona occasione per tacere»

Un sopralluogo a Chignolo d'Isola dove è stata ritrovata morta Yara
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Martedì 8 Marzo 2011, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 17:55
ROMA - La procura della Repubblica di Bergamo reagisce con durezza all'attacco del sottosegretario all'Attuazione del Programma Daniela Santanch su come stata condotta l'indagine sull'omicidio di Yara Gambirasio, trovata morta il 26 febbraio scorso tre mesi dopo la sua scomparsa a Brembate di sopra nel bergamasco.



La fedelissime del premier Silvio Berlusconi ieri aveva affermato al Giornale che «dopo la vicenda della piccola Yara i magistrati dovrebbero dimettersi» perché «se avessero impiegato per le ricerche le stesse risorse e tecnologie che hanno speso per indagare sulle ragazze dell'Olgettina forse Yara sarebbe ancora viva».



«L'assurdità e il livore che connotano tale dichiarazione - si legge in una nota del procuratore - sono tali che la stessa non meriterebbe alcun commento da parte della procura di Bergamo, tuttavia sento il dovere di intervenire per evidenziare come, contrariamente a quanto sostenuto dall'autorevole esponente del governo, con il coordinamento del sostituto delegato per le indagini, le forze dell'ordine, la protezione civile, le polizie locali e migliaia di volontari, con un'abnegazione veramente fuori dal comune, si sono prodigati per mesi nella ricerca di Yara Gambirasio e contemporaneamente nell'individuazione dei responsabili di eventuali reati, utilizzando tutti gli strumenti anche tecnologici conosciuti».



«Ovviamente la Procura di Bergamo ignora, in quanto utilizzate da altro ufficio di procura, quali siano state le "risorse e le tecnologie" spese per indagare "sulle ragazze dell'Olgettina" - continua la nota - ma, qualora l'On.Santanchè, che evidentemente ne è a conoscenza, vorrà comunicarcelo, anche se oramai con ritardo, le assicuriamo che siamo pronti a fare altrettanto. Credo che l'on. Santanchè, di fronte a questo tragico evento, abbia perso una buona occasione per restare in silenzio, come ha fatto questo ufficio dal 26 novembre 2010».


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