Calabria, assolti il consigliere regionale Cannizzaro e l'ex assessore Tripodi: caduta l'accusa di voto di scambio

Il consigliere regionale e commissario provinciale di Forza Italia per Reggio Calabria Francesco Cannizzaro
di Mario Meliadò
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Mercoledì 20 Settembre 2017, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 13:54
Processo “Ecosistema”, tutti prosciolti «perché il fatto non sussiste» i politici che la Procura di Reggio Calabria aveva accusato di corruzione elettorale con l’aggravante d’aver favorito un’impresa mafiosa: l’ha deciso il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale reggino Adriana Trapani rispetto agli imputati del rito abbreviato scaturito dall’unificazione col processo “Nexum”.
 
Assoluzione “pesante”, in particolare, per due esponenti politico-istituzionale di primissimo piano sullo scacchiere reggino e calabrese: Francesco “Ciccio” Cannizzaro (commissario provinciale di Forza Italia e capogruppo della Casa delle libertà in Consiglio regionale) e Pasquale Tripodi (già assessore regionale ai Trasporti e sindaco di Bova Marina e, sul piano squisitamente partitico, a lungo “deus ex machina” dell’Udeur di Clemente Mastella in Calabria). Per entrambi, l’accusa aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione in relazione ai presunti “favori” quanto ad appalti in materia ambientale al clan Paviglianiti e ad altre ‘ndrine – i potenti Iamonte, soprattutto – attivissime nella fascia orientale della provincia di Reggio Calabria, che avrebbero ricambiato con una valanga di voti “sporchi”.
Secondo la Procura reggina, il bovese Tripodi avrebbe ricevuto per anni voti da Settimo Paviglianiti (il 30 novembre scorso colpito da una condanna a vent’anni di carcere per traffico di droga), mentre alle Regionali 2014 Cannizzaro avrebbe avuto l’appoggio elettorale di un altro membro della “famiglia”, Angelo Paviglianiti: «Sono stato sempre sereno, fiducioso e rispettoso nella Giustizia – commenta ora il politico azzurro sul suo profilo Facebook –, perché assolutamente certo e consapevole dell' assoluta regolarità e legalità della mia condotta personale e politica... Avanti tutta… continuiamo a lavorare».
 
Prosciolti, peraltro, anche due sindaci della Jonica reggina: il primo cittadino di Motta San Giovanni Paolo Laganà (Pd: era stato direttamente il pm Antonella Crisafulli a chiederne l’assoluzione) e l’omologo di Palizzi Walter Scerbo (centrodestra, eletto con la civica “Palizzi città futura”: qui la richiesta era stata di un anno e 4 mesi di carcere), come pure l’ex assessore a Turismo e Ambiente di Brancaleone Domenico Giuseppe Marino.
Tra gli amministratori della cosa pubblica, resta invece da definire col rito ordinario la sorte giudiziaria dell’ex sindaco di Melito Porto Salvo Giuseppe Iaria e dell’ex primo cittadino di Bova Marina Vincenzo Crupi, fra le 14 persone raggiunte da misure cautelari il 7 dicembre scorso. “Sub iudice” anche uno dei perni del processo “Ecosistema”, l’imprenditore melitese Rosario “Saro” Azzarà, titolare dell’impresa di smaltimento rifiuti Ased attorno alla quale ruoterebbe l’ “ecosistema” (nel senso del presunto network di collusioni e connivenze varie volte a favorire l’indebita aggiudicazione a catena d’appalti in capo alla stessa Ased).
 
Tra i proscioglimenti, brilla anche quello di un “pentito”: Salvatore Aiello, ex direttore operativo della Fata Morgana spa (ormai fallita società partecipata dal Comune di Reggio Calabria attiva appunto sul versante ambientale) che ha fornito contributi formidabili anche in relazione a presunte “connection” tra politici reggini e il clan De Stefano, con cui il collaboratore di giustizia è direttamente imparentato.
Condannati dal gup, invece, Angelo, Natale e Natale David Paviglianiti, Angelo Fortunato Chinnì, Francesco Leone e Salvatore Polimeni per un totale di 45 anni e 6 mesi: le pene più aspre sono state inflitte a Natale Paviglianiti e Angelo Fortunato Chinnì, entrambi condannati a 10 anni e 8 mesi di reclusione. Oltre alle multe pecuniarie irrogate, sancito inoltre il risarcimento danni nei confronti di Regione Calabria, Città metropolitana di Reggio Calabria, Comune di San Lorenzo, “La verità vive” e “Codici”, associazioni ed Enti che s’erano costituiti parte civile.
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