Assenteismo in calo: con le visite all'Inps i dipendenti statali si ammalano di meno

Assenteismo in calo: con le visite all'Inps i dipendenti statali si ammalano di meno
di Andrea Bassi
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Mercoledì 23 Maggio 2018, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 15:02
I dipendenti pubblici si ammalano di meno. La sorpresa emerge dai dati dell'Osservatorio statistico dell'Inps, i primi diffusi dopo la creazione del Polo unico delle visite fiscali affidato allo stesso Istituto di previdenza tutti i controlli sulle assenze nel pubblico impiego. Nei primi tre mesi del 2018, spiega l'Inps, il numero dei certificati presentati dai lavoratori è cresciuto sia nel settore privato (del 12,4%) che nel settore pubblico (3,1% in più). Ma all'aumento dei certificati nel settore pubblico, è corrisposto, dall'altro lato, una riduzione del numero dei giorni di assenza per malattia, che sono passati da poco più di 9 milioni del primo trimestre del 2017, ai circa 8,9 milioni dei primi tre mesi del 2018. Un decremento dell'1,1%, mentre nel privato sono cresciuti del 5,6%.. Significa che, se da un lato, ci sono stati più eventi di malattia (i certificati), dall'altro in media i giorni di assenza per dipendente si sono ridotti (dai 2 giorni del 2017 si è passati a 1,6 giorni del 2018). Effetto dei maggiori controlli, o del timore di maggiori controlli, da parte dell'Inps rispetto a quelli fatti dalle Asl? Presto forse per dirlo. Più probabile che abbia funzionato l'effetto annuncio, la consapevolezza che era in arrivo una stretta. L'Inps comunque, ha concentrato molta attenzione al controllo delle assenze per malattia degli statali. Il numero di visite effettuate dall'Istituto, è stato di 53 ogni mille certificati per il settore pubblico, contro le 26 ogni mille certificati in quello privato. Stabile il numero dei certificati degli statali (7 ogni 10 lavoratori), mentre aumentano leggermente quelli del privato (da 4 a 5 ogni 10 lavoratori).

LA RICERCA
In realtà, come dimostra una ricerca pubblicata ieri da Fpa, una società del gruppo Digital360 e presentata al Forum della pubblica amministrazione, già da più di un anno il tasso di assenza dei dipendenti pubblici ha iniziato a scendere. Tra il 2016 e il 2017 la riduzione dei giorni di malattia è stata del 10,6%. Un risultato ottenuto prima che entrasse in vigore il Polo unico sulle visite fiscali, ma la stretta sull'assenteismo era già iniziata con le norme sui furbetti del cartellino. Il calo delle assenze di un solo giorno, per esempio, si è ridotto in un solo anno di quattro punti percentuali (dal 33% del 2016 al 29% del 2017). Non solo. Ad oggi, secondo i dati del ministero della Funzione pubblica, ci sono stati 40 licenziamenti disciplinari utilizzando le norme della legge sui furbetti del cartellino, quella che impone l'allontanamento entro 48 ore per chi è beccato a timbrare il badge per poi non varcare la soglia dell'ufficio. Nel 2017 in totale, sono state licenziate 324 persone dalla pubblica amministrazione, il 62,8% in più rispetto a cinque anni prima. Nello studio effettuato da Fpa, viene anche scattata una fotografia aggiornata della Pubblica amministrazione. I dipendenti (dato del 2016) sono 3,2 milioni, con una riduzione complessiva rispetto al 2008 di oltre 246 mila lavoratori. Statali che sono andati in pensione e che non sono stati rimpiazzati a causa dei vari blocchi del turn over. C'è poi un interessante confronto con gli altri Paesi europei. La pubblica amministrazione italiana ha il 70 per cento di dipendenti in meno rispetto alla Germania, il 65 per cento rispetto all'Inghilterra, il 65 per cento rispetto alla Francia e appena il 10 per cento in più della Spagna. Che formazione hanno? Il 62% ha al massimo un diploma di licenza media superiore, il 4,2% una laurea breve e il 34% una laurea o titoli superiori.

IL CONFRONTO
Gli statali, questo è noto, hanno un'età media avanzata: 50,34 anni. Un dato che cresce di sei mesi ogni anno. Gli over 60, quelli che nei prossimi quattro anno andranno in pensione, sono 450 mila, gli under 34 sono soltanto 200 mila. Ciascun dipendente pubblico è costato allo Stato 49 mila euro, meno dei 50 mila euro dei colleghi francesi e tedeschi, ma più dei 43 mila euro degli inglesi e dei 40 mila euro degli spagnoli. Ciascun italiano paga 2.632 euro l'anno per i lavoratori del pubblico impiego che, nel 2016 hanno ricevuto una retribuzione media di 34.500 euro, contro una media di chi lavora nel privato di 28.600 euro.
 
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