Per quanto riguarda Malta, «che certo non brilla per accoglienza - aggiunge Virzo - in questo caso, per come le cose sono state descritte, non vedo una diretta competenza maltese nella vicenda.
Se la nave fosse entrata in acque territoriali maltesi o italiane, a quel punto non poteva più essere respinta da La Valletta o da Roma. A bordo potevano esserci potenziali richiedenti asilo e lo Stato costiero ha in quel caso l'obbligo di identificazione. E un'identificazione non sommaria, ma finalizzata a capire se si tratti di migranti economici, che possono essere respinti, o soggetti a cui va data tutela. Quindi, nel momento in cui i migranti a bordo della nave fossero entrati, tecnicamente, sotto la giurisdizione italiana - conclude Virzo - non sarebbe stato più possibile chiudere i porti, per lo meno sotto il profilo del diritto internazionale».
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