Via i volti storici al Tg1, è polemica
Busi contro Minzolini: una rappresaglia

Maria Luisa Busi (foto Lapresse)
4 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Aprile 2010, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:17
ROMA (1 aprile) - Rai senza pace: dopo lo sgonfiarsi del caso Santoro polemica per l'esplosione di un nuovo caso al Tg1. Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario, conduttori storici del telegiornale della rete ammiraglia, non saranno pi i "volti" del Tg1 e saranno sostituiti da Francesco Giorgino, Laura Chimenti e Francesca Grimaldi. La giornalista del Tg1 Maria Luisa Busi parla di «rappresaglia» in un'intervista a Repubblica. Il direttore del Tg1, difeso dal Pdl, le invia una lettera di contestazione formale per non aver chiesto all'azienda l'autorizzaione per l'intervista. La Fnsi protesta: «Nell'espressione delle idee nessun giornalista deve chiedere il permesso».



Una notizia, diffusasi ieri dopo giorni di indiscrezioni, che ha subito richiamato la parola "epurazione" e gettato il sospetto che sulla decisione del direttore Augusto Minzolini pesi la mancata solidarietà dei tre giornalisti in occasione della vicenda Mills.



Minzolini però si difende: per lui è solo un ricambio generazionale e sottolinea che - durante la sua direzione - sono stati assunti 18 precari e che nessuna lettera lo ha influenzato: «Sono liturgie che non mi appartengono. Queste decisioni erano state prese precedentemente». Ma Pd e Idv si scagliano contro la decisioned el direttore: «epurazioni bulgare». «È chiaro a tutti ormai che Minzolini è un dipendente di Berlusconi e non della Rai. È emergenza democratica al Tg1 e in tutto il servizio pubblico».



«Credo si tratti di una rappresaglia», ha commentato in una intervista a Repubblica Maria Luisa Busi, volto di punta del Tg1. Per la conduttrice «non è casuale» il fatto che dalla conduzione siano stati cancellati i volti di coloro che non hanno firmato la lettera a favore del direttore sul caso Mills. La decisione di Minzolini, aggiunge, «ha colpito volti storici e professionisti liberi di questo giornale». Tra questi Busi cita Massimo De Strobel, caporedattore centrale, «anche lui non firmatario di quella lettera, guarda caso. Anche lui rimosso senza un'alternativa professionale credibile». La giornalista parla di un clima «insostenibile» in redazione. «In 21 anni ho visto altri direttori riconducibili all'area culturale del centrodestra - spiega - ma nessuno aveva mai osato tanto» e gli spettatori «sono sempre meno».



Minzolini contesta la Busi. Una lettera di contestazione formale alla giornalista del Tg1 Maria Luisa Busi per l'intervista rilasciata a Repubblica. Ad inviargliela il direttore del Tg1 Minzolini. La lettera è stata indirizzata, per conoscenza, anche al direttore delle risorse umane dell'azienda Luciano Flussi. Nella lettera - a quanto si apprende - Minzolini contesterebbe alla giornalista della sua testata la mancata richiesta di autorizzazione per l'intervista di oggi, i dati degli ascolti del Tg1 forniti dalla Busi e rileverebbe l'ingiustizia nei confronti di altri colleghi che invece, l'autorizzazione, l'avrebbero chiesta anche per la semplice presentazione di un libro.



Protesta la Federazione nazionale della Stampa che sottolinea: «Nell'espressione delle idee nessun giornalista deve chiedere il permesso». Spiega la Fnsi che i «poteri del Direttore in materia non possono mai essere messi in conflitto con le prerogative e i diritti derivanti da ruoli e qualifiche professionali maturati. Sono cose che succedono oggi al Tg1 e che non appaiono affatto normali. Ciò è ormai risaputo e non è liquidabile con battute».



I comitati di redazione di Tg2, Tg3 e Rainews24 ritengono «inaccettabile la rimozione di tre conduttori del Tg1. La decisione è stata presa dal direttore Augusto Minzolini senza adeguate motivazioni professionali e per di più senza offrire ai colleghi rimossi una collocazione adeguata all'importanza e alla centralità del ruolo che svolgevano come è già avvenuto anche in altre testate. È un metodo che il sindacato rifiuta in maniera netta e contro il quale si opporrà in ogni sede. La rimozione è ancora più grave visto che si tratta, ancora una volta, di colleghi che non avevano firmato il documento sul caso Mills e quindi, come hanno giustamente denunciato l'Usigrai e la Fnsi, assume i connotati di una intollerabile rappresaglia».



«Ricordo a quanti in queste ore continuano l'indegno tiro al bersaglio nei confronti di Augusto Minzolini che il contratto di lavoro dei giornalisti affida al direttore la "competenza esclusiva" nello "stabilire le mansioni di ogni giornalista"», afferma in una nota Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera e componente

della commissione di Vigilanza Rai. «Queste sono le regole - continua Lupi - e le dovrebbero conoscere bene i presunti difensori della libertà d'informazione che in questi mesi sono scesi in piazza protestando contro un inesistente regime. Ma è sempre la solita storia: due pesi e due misure. E due pesi e due misure ci sono anche nell'interpretazione dei risultati che il Tg1 sta raccogliendo».



Per il portavoce dl Pdl Daniele Capezzone «gli attacchi contro Augusto Minzolini sono ormai sempre più infondati e sempre più faziosi». A suo avviso «è paradossale che vi siano torme di soggetti che, senza averne alcun titolo, pretenderebbero di stabilire al posto del direttore del Tg1 chi debba svolgere l'una o l'altra funzione all'interno della compagine redazionale - aggiunge Capezzone -. Questa campagna contro Augusto Minzolini è ormai logora, mostra la corda, oltre ad essere sconfessata dai successi di ascolto del Tg1».



Dall'Idv, il senatore Francesco Pancho Pardi, viene la «piena solidarietà a chi, nella redazione del Tg1 e nella Rai in generale, non si piega alle pressioni che arrivano direttamente da Berlusconi e resiste nonostante le vergognose epurazioni in corso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA