Veronica Panarello, «Loris ucciso da mio suocero, il bambino gridava fortissimo»

Veronica Panarello
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Giovedì 27 Ottobre 2016, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 22:21
Grida forte la sua innocenza da dietro le sbarre del carcere: Veronica Panarello racconta a Libero alcuni retroscena riguardanti l'uccisione di suo figlio Loris Stival e getta la colpa sul suocero Andrea Stival.

"Che mio figlio lo avessi portato a scuola, era ciò che ricordavo fino a un primo momento. Poi Loris che non sta fermo e minaccia di dire certe cose a mio marito, Loris che muore soffocato nella sua cameretta, Loris che cade a terra vicino al letto, Loris che grida fortissimo: tutto questo è grosso modo quello che è avvenuto. È la verità. Io ho soltanto omesso di dire chi c'era in casa con me in quel momento", racconta Veronica Panarello a Libero.

Ancora una volta Veronica cerca di coinvolgere nell'omicidio del piccolo Loris anche suo suocero Andrea Stival: "Quando la verità ha cominciato a riaffiorare, ho iniziato a lanciargli dei messaggi, cercando di portarlo sulla strada giusta. 'Tieni tuo padre lontano da Diego', l'altro nostro figlio. 'Stai attento a tuo padre... Pensa al bambino, stai molto attento, non farlo avvicinare a lui e alla fidanzata.. Sono successe cose strane, fai attenzione..' insomma io ho provato e riprovato a fargli capire ciò che era realmente accaduto. Invece è stato mio suocero. Che Loris si fosse strangolato da solo l'ho detto si. È quella è stata l'unica bugia dettata dalla paura. Una versione a metà, in preda allo choc ho descritto la scena in maniera parziale. Io avevo paura, ero terrorizzata, ma questo nessuno lo capisce", continua la Panarello.

La confusione, le bugie e la telefonata di Veronica a Andrea Stival quando Loris era già stato gettato nel canale: "Gli dissi che Lorys era scomparso, che non era mai arrivato a scuola. Io già non ricordavo più nulla. Lui mi ha risposto 'stai ferma là che arrivo'. Io ho solo eseguito ordini. Come una marionetta mossa da fili trasparenti. Ogni volta che mi veniva chiesto di fare qualcosa, io lo facevo. Lui ordinava, io eseguivo", ha concluso.
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