Dalla Val Brembana a Motta Visconti, un'estate all'insegna delle tragedie familiari

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Venerdì 29 Agosto 2014, 16:46
Un'estate segnata dalle tragedie familiari, sette in pochi mesi. L'ultima, dai contorni non ancora definiti, è quella che si è consumata sul monte Avaro, nel territorio comunale di Cusio, in Alta Val Brembana dove madre e figlio sono stati trovati morti: il bambino nei pressi di una tenda piantata in un prato vicino a un rifugio, la donna in fondo a un dirupo.



Solo una settimana fa un altro dramma si è consumato in un'abitazione di San Giovanni la Punta, nel catanese, dove un uomo di 47 anni, Roberto Russo, ha ucciso a coltellate la figlia Laura di 12 anni e ferito un'altra figlia di 14 anni. Un delitto che ha seguito di qualche giorno quello della piccola Alessia di 18 mesi accoltellata nella casa di Collemarino dal padre Luca Giustini, ricoverato poi in stato di arresto nel reparto di psichiatria dell'ospedale Torrette di Ancona.



A Motta Visconti il 14 giugno scorso Carlo Lissi ha sterminato la sua famiglia uccidendo la moglie e i due figli di 5 anni e venti mesi, simulando poi una rapina. Dopo il triplice omicidio, Lissi si era fatto una doccia in cantina, si era rivestito ed era andato a vedere la partita della Nazionale con l'Inghilterra con gli amici in un pub del paese. Dopo poche ore però è crollato confessando di aver ucciso a coltellate tutta la sua famiglia.



Un delitto efferato seguito poco tempo dopo da un altro fatto di sangue costato la vita a Ilaria Abbate. La giovane donna era stata ferita una domenica mattina mentre insieme alla sua amica Ilaria Toni e al suo piccolo di due anni e mezzo stavano andando in piscina.



A sparare contro di lei, contro il bambino e anche contro l'amica era stato Riccardo Bazzurri, l'ex compagno della Abbate. Bazzurri morto poco dopo in ospedale dopo la sparatoria aveva rivolto l'arma contro se stesso. Il bambino, ferito in maniera gravissima venne subito trasportato al Meyer di Firenze dov'è tutt'ora ricoverato in condizioni ancora molto gravi.



Il 9 agosto in Basilicata Vito Tronnolone, carrozziere in pensione di 65 anni, ha ucciso con una pistola la moglie Maria Stella Puntillo, 57, ed i due figli Luca e Chiara, di 32 e 27, e si è tolto la vita con la stessa arma, regolarmente detenuta.
Erano da pochi giorni rientrati a San Fele, in provincia di Potenza, da Lastra a Signa (Firenze) dove risiedevano da decenni.