Primo passo nella battaglia anti-pregiudizi

di Silvio Garattini
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Sabato 20 Maggio 2017, 00:10
Il decreto legge sulla obbligatorietà delle vaccinazioni per la iscrizione al sistema scolastico da zero a sei anni pone fine a una eterogeneità nazionale per cui alcune Regioni avevano legiferato in modo difforme sullo stesso problema. C’è da augurarsi che il decreto abolisca tutte le precedenti leggi fra di loro contraddittorie che potrebbero determinare situazioni di ricorsi senza limiti.

Il giudizio non può che essere ampiamente positivo e, in attesa di leggere tutti i dettagli, può essere utile esprimere alcune considerazioni. Anzitutto è molto importante che questo decreto sia parte di una strategia informativa che renda tutti i cittadini edotti dell’importanza delle vaccinazioni non solo per la protezione individuale ma anche per problemi di salute pubblica. In alcuni casi i vaccini permettono - se coprono per un certo numero di anni la quasi totalità della popolazioni - di far scomparire il batterio o il virus che determina la malattia come nel caso del vaiolo. In altre parole la probabilità è che vaccinando tutti oggi non si debba più vaccinare in un prossimo futuro.

Quando si parla di strategia, si deve anche ricordare che il Servizio Sanitario Nazionale, attraverso le sue strutture, deve essere attento a contrastare la diffusione di molte notizie false, utilizzando i mass media e soprattutto i social network che diffondono le loro informazioni via internet.

In particolare sarà importante dare ai cittadini la percezione che si instauri una farmacovigilanza attiva sugli effetti collaterali dei vaccini per convincere dei grandi benefici rispetto ai rischi di questi trattamenti. La gente è convinta dei benefici ma ha una ingiustificata paura dei rischi.

Sulla obbligatorietà dei dodici vaccini si può forse discutere perché non bisogna dare l’impressione che siano tutti egualmente importanti ed egualmente efficaci nel contrastare la contagiosità dell’agente infettivo. Ad esempio, per quanto riguarda la vaccinazione contro il meningococco B si può osservare che non tutti i Paesi lo hanno inserito nel calendario vaccinale perché la protezione è relativamente di breve durata.

Alcuni commenti sempre a caldo perché può darsi che le risposte siano già pronte, riguardano le vaccinazioni non solo per i bambini ma per tutto il personale che ruota intorno alla scuola: dagli insegnanti al personale amministrativo. Anche questi operatori scolastici devono essere stati vaccinati e devono effettuare gli eventuali richiami necessari. Un ulteriore punto concerne la necessità che anche gli operatori sanitari inclusi i medici siano vaccinati ed effettuino i richiami perché l’esempio è il solo tipo di contagio che produce effetti benefici. Non si dimentichi che fra coloro che hanno avuto il morbillo recentemente non è insignificante il numero degli operatori sanitari.

Infine è molto importante che i controlli non siano fatti in modo saltuario ma che soprattutto nei primi anni siano fatti in modo costante. La discussione intorno al decreto è anche un’occasione per ricordare ai genitori la loro grande responsabilità nel decidere di non vaccinare i propri figli.

Il decreto passerà in Parlamento e ci si deve augurare che non prendano il sopravvento opposizioni ideologiche o di partito. E’ una grande occasione per ottenere la migliore legge possibile nell’interesse dei singoli e della comunità.

Il decreto, per cui il Ministro Lorenzin può essere giustamente orgogliosa, darà risultati tanto più positivi quanto più diventerà parte di una strategia capace di sconfiggere una ingiustificata mentalità anti vaccinale.

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