Vaccini, Lorenzin a Raggi: «È in grande malafede o non ha capito la legge»

Vaccini, Lorenzin a Raggi: «È in grande malafede o non ha capito la legge»
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Giovedì 8 Febbraio 2018, 16:11 - Ultimo aggiornamento: 16:21

«O sei in malafede o non ha capito la norma, in ogni caso la sindaca Raggi poteva fare una telefonata; non c'è leale collaborazione e si crea destabilizzazione. Io immagino ci sia stata profonda malafede e voglia di creare allarme come il movimento no vax propaganda da mesi. È un modo di fare politica sbagliato». Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin replica alle affermazioni odierne del sindaco di Roma.

Lorenzin ha anche replicato alla candidata M5S alla Regione Roberta Lombardi: «Si è detta contraria all'obbligatorietà e favorevole alla raccomandazione, salvo ricordare che lei i suoi figli li ha vaccinati: è come se dicesse che si disinteressa di tutti gli altri. Il tema, infatti, è quello della tutela anche di chi, per motivi di età o di patologie, non può essere vaccinato».

Un teso botta e risposta a distanza tra il sindaco di Roma e il ministro della Salute c'era stato lo scorso 2 febbraio. Il clima si è fatto incandescente dopo la lettera inviata dal sindaco a governo e Regione Lazio per informarli della
mozione approvata dall'Assemblea capitolina sulla necessità di tenere a scuola gli alunni non ancora vaccinati. La risposta del ministro non si è fatta attendere: «Il percorso interpretativo è in palese violazione della legislazione vigente», in parole povere è fuori legge, aveva scritto Lorenzin rispondendo ufficialmente alla Raggi. E prima ancora il sarcastico messaggio su Fb: «Leggo che il Sindaco e l'Assemblea Capitolina si sono trasformati in un nuovo organo tecnico scientifico delle istituzioni: ora si occupano di virus e batteri, ma non si può scherzare sulla pelle dei nostri bambini». Sempre su Facebook l'altra stoccata del sindaco che contesta al ministro e alla Regione «il caos delle prenotazioni e i ritardi per vaccinare i bambini, oltre al rischio che vengano cacciati dagli istituti per i restanti quattro mesi dell'anno scolastico». Raggi ha poi rincarato la dose sottolineando che la mozione è stata votata anche dal Pd, e «la verità è che il ministro e il Partito democratico vogliono speculare sui diritti dei bambini per mero interesse elettorale».

 

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