Scene impressionanti, non solo perché tremendamente cruente, ma perché rappresentano il vero incubo di chi vive di pastorizia. «Un danno sull'immediato di almeno 12 mila euro – spiega Fadda – senza contare i danni potenziali: quando un gregge viene spaventato in questo modo, c'è una forte riduzione del latte prodotto, e negli animali sono frequenti gli aborti».
E così tutta la zona compresa tra Urbino e Pesaro adesso deve fare i conti con una nuova minaccia, come spiega Maurizio Romagnoli, responsabile della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) di Urbino: «Alcuni lupi sono arrivati a ridosso degli agriturismi, e rappresentano un pericolo non solo per gli animali, ma anche per le persone. Quest'estate ce n'è stato uno che è entrato in una fattoria didattica, dove c'erano un sacco di bambini che imparavano a lavorare la terra».
Eppure, come afferma lo stesso Romagnoli, fino a due o tre anni fa quello dei lupi non era un problema nelle sue zone: «Nelle campagne di Urbino non siamo abituati ad avere a che fare con quest'emergenza. Tutto è cominciato quando sono aumentati gli animali selvatici, soprattutto cinghiali e caprioli. Si tratta di specie che non sono originarie di queste zone, e che sono state introdotte sul territorio perché attirano cacciatori. Il problema è che si spingono senza remore fin nelle fattorie, e così i lupi vengono attirati da queste parti».
Ma non solo, perché mentre i lupi attaccano le pecore danneggiando gli allevatori, i cinghiali si accaniscono sui raccolti creando grossi problemi agli agricoltori. «Da queste parti c'è grande rassegnazione ormai – spiega ancora Romagnoli – abbiamo cercato di sensibilizzare le istituzioni per spingerle ad affrontare questi problemi, magari prevedendo di controllare la diffusione di animali selvatici o con degli aiuti economici per chi viene danneggiato. Anche perché, ad esempio, chi si ritrova con il gregge decimato poi deve anche provvedere a sue spese allo smaltimento delle carcasse. Per chi vive di questa economia è davvero un dramma».
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