La mattina del 2 luglio 2007, Pierluigi ha accompagnato il figlio a casa di un compagno di scuola. Era la prima volta che ci andava.
I due stavano giocando, la mamma del ragazzo è uscita, lasciandoli soli. L’amichetto di Flavio ha preso un fucile lasciato incustodito, da cui è partito il colpo fatale. Dopo sette anni di processo, i genitori del ragazzo sono stati condannati penalmente, mentre Anna e Piergiorgio hanno ricevuto un risarcimento, che hanno poi destinato ad altri bambini. Così a 55 anni, nel febbraio 2013, Pierluigi, appoggiato dalla moglie, si è iscritto all’Università Unitelma-Sapienza di Roma. Non studiava più da anni. La scelta della facoltà è dipesa dalla volontà di capire da vicino il mondo giudiziario conosciuto durante gli anni di processo per la morte di Flavio. Con una tesi dedicata al figlio, Pierluigi ha potuto così onorare la sua memoria e il suo amore per lo studio, ottenendo, tra l’altro, un bel 110 e lode. Sul frontespizio della tesi una dedica speciale: "A Flavio, per sempre luce nella nostra vita".
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