Terremoto, Ue: i costi esclusi dal Patto aiuti fino al 5% dei danni

di David Carretta
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Venerdì 26 Agosto 2016, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 22:08

BRUXELLES La Commissione europea ieri ha annunciato che le spese per gestire l'emergenza post-terremoto, compresi alcuni costi di ricostruzione, saranno escluse dai limiti del Patto di Stabilità e Crescita, dando una boccata di ossigeno al governo di Matteo Renzi nel momento in cui l'Italia rischia di sforare i limiti nel 2016 e si prepara a negoziare con Bruxelles i tetti di deficit per il 2917. «Secondo le regole Ue, i costi dell'emergenza di breve periodo in risposta a catastrofi naturali eccezionali possono essere classificati come una tantum e dunque essere esclusi dal calcolo dello sforzo di bilancio strutturale di uno Stato membro quando si valuta il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita», ha detto al Messaggero Vanessa Mock, portavoce della Commissione per gli Affari economici e monetari. Nel caso dell'Italia, la flessibilità è stata già applicata in passato ai «costi d'emergenza legati ai terremoti in Abruzzo e Emilia, così come ad altri disastri naturali», ha spiegato la portavoce.

LE CONDIZIONI
La Commissione non vuole «ipotizzare oggi eventuali cifre»: valuterà le spese legate al terremoto «una volta che tutti i dettagli saranno resi disponibili dalle autorità italiane». Per evitare abusi la Commissione ha fissato una serie di condizioni alla flessibilità in caso di catastrofi naturali. I costi devono essere provocati direttamente dal terremoto e le risorse pubbliche devono essere destinate a limitare i danni per il Paese o prevenire un impatto ancora più grande della calamità. Sono compresi i costi sostenuti dallo Stato per gli interventi medici, l'alloggio delle vittime, il contenimento dell'inquinamento e la messa in sicurezza di infrastrutture e case nelle zone colpite dal sisma. Secondo alcune fonti, sono considerati «una tantum» e dunque escluse dall'aggiustamento strutturale che l'Italia dovrebbe compiere nel 2016 anche i costi per la ricostruzione, la riabilitazione e la prevenzione, per esempio per evitare rischi posti dall'instabilità idrogeologica. La boccata d'ossigeno dovrebbe essere di diversi miliardi e durare nel corso del tempo. Nel 2015 ricordano alla Commissione sono stati classificati come «una tantum» circa 2 miliardi di costi d'emergenza sostenuti per i terremoti in Abruzzo nel 2009 e in Emilia Romagna nel 2012, oltre a calamità naturali più recenti.

LA FLESSIBILITÀ
Concedere all'Italia flessibilità di bilancio per il terremoto è solo uno dei gesti di solidarietà che la Commissione è pronta a compiere. Il Fondo di solidarietà dell'Unione Europea, che l'Italia deve attivare entro 12 mesi, andrebbe a coprire circa il 5% dei danni subiti in caso di catastrofe naturale «maggiore» cofinanziando la ricostruzione di infrastrutture essenziali (energia, acqua, trasporti, telecomunicazioni, sanità, scuole), l'alloggio temporaneo della popolazione, l'intervento dei servizi d'emergenza, la messa in sicurezza delle dighe, la protezione di monumenti e le operazioni di pulizia. Per il terremoto in Abruzzo, la Commissione aveva stanziato 493 milioni su oltre 10 miliardi di danni diretti dichiarati dall'Italia. Per quello in Emilia Romagna, il Fondo di solidarietà europeo aveva garantito 670 milioni su più di 13 miliardi di danni quantificati. Come era accaduto con l'Abruzzo nel 2009, la Commissione è anche pronta a ri-orientare rapidamente una parte dei fondi strutturali per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma e la prevenzione dei rischi geologici in tutto il paese. «Siamo disponibili ad approvare rapidamente nuove priorità sui programmi nazionali e regionali della politica di coesione», spiega un'altra fonte: «Ne discuteremo superata l'attuale gestione dell'emergenza e dei soccorsi, ma tocca alle autorità italiane dirci quali sono le priorità da finanziare con i fondi europei».

A Bruxelles, invece, respingono l'accusa di disinteressarsi del rischio sismico perché limitato solo a Italia e Grecia. Nel corso degli ultimi anni, la Ue ha lanciato programmi di prevenzione in diversi paesi, come sistemi di allerta e risposta rapida, e ricerche per migliorare la tenuta degli immobili. Gli standard antisismici per il settore delle costruzioni (Eurocodice 8) sono stati fissati dalla Ue. In Italia, contrariamente ad altre regioni, la Toscana ha deciso di destinare fondi europei alla prevenzione del rischio sismico per edifici pubblici e edilizia scolastica. «Non possiamo obbligare le regioni italiane a spendere i fondi per la prevenzione sismica invece che per corsi di formazione di ballerine», dice un funzionario.